TARANTO - Truffa sulle quote di Co2, inquinamento ambientale e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni. È una sorta di «Ambiente svenduto bis» l'inchiesta portata avanti dal pubblico ministero Francesco Ciardo: una nuova maxi inchiesta sull'ex Ilva di Taranto destinata a fare luce sulle emissioni e la gestione della fabbrica ionica negli anni di gestione pubblico privata. Le perquisizioni eseguite due giorni fa nei confronti di 10 indagati, tra i quali l'ex ad di Acciaierie d'Italia Lucia Morselli, è solo un nuovo capitolo dell'attività investigativa che la procura guidata da Eugenia Pontassuglia sta portando avanti e comprende anche la cosiddetta emergenza benzene e l'utilizzo dei fondi statali per la manutenzione degli impianti.
Oltre Morselli, l'ex manager scelta dal ArcelorMittal nel periodo di gestione pubblico-privata dello stabilimento e difesa dall'avvocato Daniele Ripamonti, sotto accusa sono finiti anche il suo segretario, Carlo Kruger, la consulente Sabina Zani e poi Francesco Alterio, Adolfo Buffo e Paolo Fietta che hanno ricoperto gli incarichi di procuratori speciali di AdI, Vincenzo Dimastromatteo e Alessandro Labile entrambi per periodi differenti direttore dello stabilimento e difesi dall'avvocato Gaetano Melucci. E ancora Antonio Mura, anche lui procuratore di AdI con funzioni di Direttore Finanze Tesoreria e Dogane e infine il dipendente Felice Sassi assistito dall'avvocato Gianluca Nardulli. Nei loro confronti l'accusa è di aver attestato nel piano di monitoraggio e rendicontazione al Comitato Ets (Emission Trading System) falsi quantitativi di consumi di materie prime (fossile, gas, ecc.), di prodotti finiti, semilavorati e giacenze e quindi alterato il «fattore di emissione» e il «livello di attività» per ottenere un maggior numero di quote. In sostanza l'ex Ilva ha dichiarato di aver utilizzato un numero di quote di Co2 inferiore a quello effettivo al punto che il Comitato interministeriale ha assegnato gratuitamente allo stabilimento per l'anno 2023, un ammontare di quote superiore a quello spettante. In una telefonata intercettata dai finanzieri di Bari è la stessa Morselli che, parlando dei dati dei consumi e ignara di essere ascoltata, sembra confermare la tesi della procura: «Sono manipolati per poter avere le quote Co2... sono finti... a-posta».
Ma non è l'unica intercettazione al momento resa nota dagli inquirenti: ce n'è un'altra in cui...
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