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Martina Franca, truffarono un centenario: condannato ex direttore delle Poste

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Martina Franca, truffarono un centenario: condannato ex direttore delle Poste

Con altri tre imputati fecero sparire il denaro delle polizze assicurative dell'anziano

Domenica 21 Aprile 2024, 06:03

MARTINA FRANCA - È stato condannato a 4 anni e 1 mese di reclusione l'ex direttore di due uffici postali di Martina Franca Cataldo Pentassuglia riconosciuto colpevole di truffa e ricettazione ai danni di un anziano a cui era stati fatti sparire centinaia di migliaia di euro frutto di una vita di risparmi.

È stato il giudice Francesco Maccagnano al termine dell'udienza preliminare e del rito abbreviato a firmare 4 condanne e 6 assoluzioni, alcuni rinvii a giudizio e il rigetto di alcuni patteggiamenti. Il magistrato, oltre a Pentassuglia, ha inflitto anche 5 anni e 4 mesi per Mastrangelo 66enne di Putignano e 3 anni a Francesco Convertino e Ruggiero Decorato: il giudice ha assolto alcuni di questi imputati dall'accusa di associazione a delinquere, ma ha riconosciuto la truffa all'anziano e il tentativo di frodarne un'altra accogliendo così buona parte della tesi accusatoria del pubblico ministero Raffaele Graziano. Nella sua sentenza inoltre, il gup Maccagnano ha stabilito che sarà un giudizio civile a quantificare l'ammontare del risarcimento, ma nel frattempo ha imposto ai quattri imputati il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro e confiscato beni per un ammontare di 470mila euro.

Per quattro imputati, Biagio De Biasi, Giovanni Di Pierro, Giovanni Frau, Antonio Tassi e Antonio Pellegrino la procura e i difensori avevano patteggiato pene tra i 2 anni e i 2 anni e 6 mesi, ma il magistrato le ha rigettate ritenendo tra le altre cose che a nessuno dei cinque possano essere riconosciute le attenuanti generiche: insomma per il il gup Maccagnano la pena era troppo bassa vista la gravità delle accuse nei loro confronti. Ora le posizioni di questi imputati passerà sul tavolo del giudice Fulvia Misserini.

Sono quattro invece le persone prosciolte in udienza preliminare: si tratta di Giuseppe Bellini, 49enne difeso dall'avvocato Raffaele Errico, Mario Bongermino, il 54enne Giuseppe Gallitelli e un omonimo Giuseppe Gallitelli di 49 anni assistito dall'avvocato Leonardo Pugliese. Assolti infine anche Diana Ohyshchenko e Giuseppe Caccamo. Sarà invece un processo a chiarire le eventuali responsabilità di alcuni imputati e tra questi di Roberto Michele Di Dio, direttore di una filiale bancaria in Valle d'Itria.

Tutto comincia nella capitale della Valle d’Itria a novembre 2019 quando nell’ufficio postale numero 4 viene aperto un conto corrente a nome, e soprattutto all’insaputa, di un anziano centenario: secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle guidate all’epoca dal maggiore Arturo Boccuni, sarebbero stati Mastrangelo e un altro imputato, utilizzando falsi documenti e la complicità del direttore Pentassuglia, a ottenere l’apertura del conto e poi a chiedere il rimborso di due polizze assicurative sulla vita stipulate con Intesa Sanpaolo Vita Spa per un totale di 637mila euro. Pentassuglia avrebbe inviato alla banca, su input dell'allora direttore della filiale Di Dio delle false attestazioni di adeguata verifica in tema di normativa antiriciclaggio. Quei soldi, poi, furono trasferiti anche all’estero per far perdere le tracce del denaro. Ma gli inquirenti scoprirono che circa 386mila euro furono restituite a Mastrangelo e circa 40mila euro a Pentassuglia. Nella vicenda era spuntata la figura del 54enne Gallitelli, revisore contabile di una delle società riconducibile a Mastrangelo che secondo il pm Graziano insieme al suo omonimo 49enne avrebbero fornito un contributo per consentire a Mastrangelo di evadere le imposte sui redditi: per il 54enne, però, come detto il giudice ha disposto il proscioglimento per la particolare tenuità del fatto, mentre il 49enne è stato scagionato per non aver commesso il fatto.

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