Cinque pistole, di cui una con matricola abrasa. È l'arsenale ritrovato dai carabinieri del comando provinciale di Taranto nel pomeriggio dell'11 aprile scorso in una villetta di Lido Azzurro: un maxi sequestro che ha portato nei guai un insospettabile 26enne tarantino.
Il giovane, che nella vita è un sottufficiale della Marina militare, è infatti finito agli arresti domiciliari al termine della perquisizione condotta dai militari: le cinque pistole ritrovate saranno ora analizzate dagli specialisti dell'Arma per valutare se siano o meno state utilizzate in alcuni fatti di sangue accaduti a Taranto o in altre parti d'Italia o se invece, come le definisce in gergo la criminalità, si tratta di “ferri puliti”.
I fatti come detto risalgono a due giorni fa, quando i carabinieri si sono presentati alla porta della sua abitazione per effettuare la perquisizione in quell'appartamento e in tutti quelli che erano riconducibili a lui: il controllo quindi, dal quartiere Tamburi, si è spostato nel rione Lido Azzurro, alla periferia della città. Una volta entrati nella villetta i militari hanno cominciato la perlustrazione e infine sono riusciti a ritrovare le armi.
Il 26enne è stato quindi condotto in caserma e su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, Raffaele Graziano, è stato posto agli arresti domiciliari.
Questa mattina, l'uomo, accompagnato dal suo difensore dovrà comparire dinanzi al giudice per le indagini preliminari Francesco Maccagnano per l'interrogatorio di convalida del fermo: il militare potrà decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere oppure fornire la sua versione dei fatti e provare a spiegare come si siano arrivate quelle armi nella sua proprietà.