Domenica 07 Settembre 2025 | 00:36

Giochi 2026, il ministro Abodi il 15 a Taranto per un’intesa sullo «Iacovone»

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Giochi 2026, il ministro Abodi il 15 a Taranto per un’intesa sullo «Iacovone»

Melucci: «Aperti al dialogo, ma il presidente Giove paghi i debiti». In caso di trasloco spunta l’opzione dell’impianto “Italia” di Massafra

Sabato 06 Aprile 2024, 13:33

TARANTO - Giochi del Mediterraneo, è il momento della mediazione. La più alta possibile peraltro. E porta la firma di Andrea Abodi, ministro dello Sport. Non è, del resto, ordinario che chi ricopre un incarico simile intervenga pubblicamente su uno stadio di calcio di una squadra che gioca in serie C. Per questa ragione, va riletta con attenzione la nota con cui, alle 19 di giovedì sera, l’esponente del Governo Meloni ha commentato la vicenda “Iacovone”.

Inizialmente, può sembrare una sorta di difesa di ufficio verso la società di progettazione “Sport e Salute” che con il suo amministratore delegato, Diego Nepi Molineris, aveva apertamente assicurato che i lavori di ristrutturazione dell’impianto sportivo potessero coesistere con le gare casalinghe del Taranto Fc (tesi che il commissario Ferrarese definisce «ardua» e «difficile» considerato lo scarso tempo a disposizione). Non a caso, nel comunicato stampa, il ministro definisce Sport e Salute «la nostra società», visto che pur essendo controllata completamente dal ministero dell’Economia attua gli indirizzi del dicastero dello Sport.

Le sue dichiarazioni, però, non possono essere lette solo come una difesa di ufficio della società di progettazione, ma probabilmente descrivono l’esigenza di Abodi di cercare una mediazione su una struttura così sentimentalmente connessa con Taranto. Non è da escludere, infine, che l’esponente del Governo Meloni abbia il timore che far traslocare la squadra rossoblù per due anni possa creare un clima di ostilità del territorio verso i Giochi del Mediterraneo 2026 e dar vita, come si dice ora, a un sentiment negativo sulla manifestazione. In questo contesto, la sua mediazione può assumere forma e sostanza. E, da quel che risulta alla Gazzetta, già tra il 15 e il 16 aprile, potrebbe portarlo a presiedere una riunione a Taranto con il commissario straordinario Ferrarese, la società di progettazione e l’Amministrazione comunale.

Intanto, secondo fondate indiscrezioni, a Roma, nonostante i dubbi di Ferrarese sul rispetto dei tempi, gli ingegneri e gli architetti di Sport e Salute stanno proseguendo nell’incarico ricevuto. E lo stanno facendo, redigendo un progetto che prevede la coabitazione tra il calcio giocato e i lavori di ristrutturazione. Il tutto, peraltro, sarebbe possibile realizzando una zona cuscinetto larga 10 metri, tra gli spalti e il terreno di gioco. Il progetto, sia chiaro, resterà questo anche nel caso in cui si decidesse per precauzione di far traslocare la formazione di mister Capuano. Ma, intanto, l’opzione sulla scrivania resta quella annunciata pubblicamente da Nepi Molineris (coabitazione tra gare casalinghe e ruspe).

Se, invece, per motivi di cautela ovvero per rispettare il cronoprogramma, si decidesse di far giocare il Taranto altrove, bisognerebbe cercare un’alternativa. Quella individuata dal Comune un mese e mezzo fa (Brindisi) ha perso quota per motivi di ordine pubblico, ma è in rialzo quella che porta allo stadio “Italia” di Massafra. Intanto, il sindaco Melucci, ha convocato il Taranto Fc per martedì prossimo: «Disponibili a trovare una soluzione, ma il club paghi i canoni d’affitto arretrati».

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