È stata davvero la Madre del Popolo. Tantissimi, tra tarantini e turisti hanno seguito il pellegrinaggio dell’Addolorata. Dalla mezzanotte di giovedì, fino al rientro della processione, avvenuto nel pomeriggio inoltrato, intorno alle 17, il simulacro della Madonna non è stato mai abbandonato dai fedeli. Una grande partecipazione vissuta sin dalla serata di giovedì. I confratelli, infatti, hanno aspettato fino all’ultimo minuto per chiudere le porte della Basilica di San Domenico, perché in tanti si sono recati a visitare proprio questo altare della reposizione. «Abbiamo dovuto chiudere la Chiesa in ritardo – ha raccontato il priore Giancarlo Roberti – perché volevamo dare a tutte quelle persone in adorazione, la possibilità di stare vicino all’Addolorata, di poter fare una preghiera all’altare della reposizione. Ma anche durante la notte, nella prima mattinata e fino alla fine l’Addolorata è stata accompagnata dal popolo.
La Mamma Addolorata è la mamma di tutti, quella a cui noi ci rivolgiamo per ogni problema, per ogni dolore, necessità e bisogno. C’è sempre gente in Chiesa che viene a pregare l’Addolorata. E ora – ha detto il priore durante la processione - la Mamma è in mezzo al popolo». D’altronde lo aveva detto anche l’arcivescovo, monsignor Ciro Miniero, nella sua allocuzione prima dell’inizio dal pellegrinaggio: «Il simulacro della Vergine Addolorata di Taranto offre visivamente il suo cuore a ciascuno di noi. Dobbiamo chiedere che ciò che esso contiene si riversi in noi. Contiene le lacrime di questa città, le sue divisioni, le contraddizioni, le ingiustizie».
Nonostante la folla, ad essere protagonista è stato il silenzio rispettoso di chi si è chiuso in preghiera. Quando la processione è arrivata alla Chiesa del Carmine, la gente è rimasta in un silenzio irreale e rispettoso, fino a quando la Grande Orchestra di Santa Cecilia ha intonato le note di “Venerdì Santo”, composta dal maestro Giuseppe Gregucci.
A seguire il pellegrinaggio come sempre i torcianti. In Città Vecchia è ancora forte la tradizione del “voto”: sono tante le donne e gli uomini che seguono il simulacro della Vergine Addolorata, perché hanno chiesto qualcosa. A piedi scalzi con il velo in testa, portano un grande cero acceso per tutto il percorso. La loro preghiera, quasi una litania, accompagna la Madonna alla ricerca di suo figlio, come se ne condividessero il dolore. Instancabili seguono il percorso dall’inizio alla fine.
Sono giorni importanti per la cittadinanza. Numerosi come sempre i tarantini fuori sede rientrati per la Pasqua, o meglio per i Riti. Ilaria ora vive a Napoli, ma è tornata per far scoprire la settimana santa ai suoi bimbi. Era presente all’uscita della prima posta, ha seguito il pellegrinaggio dell’Addolorata alle prime luci dell’alba ed è ritornata per seguirne l’ingresso a San Domenico, per poi continuare con la processione dei Misteri. «Mi piace – racconta – seguire la Madonna all’alba, il passaggio sul Ponte Girevole è uno dei momenti che trovo più significativi e emozionanti che Lei fa per entrare in città nuova. E poi il rientro, è importante per me e ho promesso a Lei che fino a che potrò non me lo perderò mai».