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Taranto, appalto sospetto al cimitero: per il Riesame «fu corruzione»

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, appalto sospetto al cimitero: per il Riesame «fu corruzione»

Alfeo avrebbe pagato per turbare la gara da 7 milioni di euro. Un sistema illecito che secondo i giudici potrebbe essere riproposto per future gare pubbliche visti gli ingenti introiti

Mercoledì 06 Marzo 2024, 15:09

Franco Alfeo, amministratore di fatto della cooperativa Kratos per mezzo dell'ex dipendente comunale Vito Giannini ha corrotto il pubblico ufficiale Tiziano Scialpi e tramite questi ha inciso sul regolare andamento della gara con la quale la cooperativa ha ottenuto l'appalto per i servizi cimiteriali da 7 milioni di euro.

È quanto scrivono i giudice del Tribunale del Riesame nelle motivazioni della decisione con la quale hanno rigettato nelle motivazioni dell'ordinanza con la quale hanno rigettato il ricorso presentato dal difensore, l'avvocato Michele Rossetti e confermato gli arresti domiciliari. Nel provvedimento notificato nei giorni scorsi, il collegio di magistrati, presieduto dal giudice Alessandro de Tomasi e a latere Sara Gabellone e Francesca Maria Guido, scrive che Alfeo «ha corrotto con disinvoltura pubblici ufficiali, approntando un sistema di riconoscimenti mimetizzati strutturali»: un sistema illecito che secondo i giudici «potrebbe ben essere riproposto in occasione di future gare pubbliche, stante anche gli ingenti introiti che da queste derivano».

L'inchiesta «Golden System» messa a segno dalla Squadra Mobile a fine dicembre portò alla luce non solo il racket messo in atto da anni da alcuni necrofori nei cimiteri di Taranto, ma anche l'ipotesi che la gara d’appalto per la gestione dei servizi cimiteriali affidata nel 2021 proprio alla Kratos, sia stata in realtà turbata grazie alla mazzette che, seocndo i pubblici ministeri Maria Grazia Anastasia e Francesco Ciardo, proprio Alfeo avrebbe offerto al dipendete comunale Scialpi. Quest'ultimo a sua volta avrebbe avuto una certa influenza sulla funzionaria Barbara Galeone, membro della commissione di gara. Ai domiciali sono finiti, oltre Alfeo, anche Scialpi e l’ex direttore dei cimiteri in pensione dal 2016 Vito Giannini. Interdetta invece per 12 mesi la funzionaria comunale Galeone e Filomena Clarisa Francisco, legale rappresentante della Kratos. Nell'inchiesta, com'è noto sono indagati anche il comandante della Polizia Locale Michele Matichecchia e il dg del Comune, Carmine Pisano, membri della commissione aggiudicatrice.

«Un minimo di riconoscimento noi lo vogliamo fare! Naturalmente lo dobbiamo fare in maniera veramente mimetizzata perché non deve apparire da nessuna parte». Alfeo, stando a quanto si legge dalle intercettazioni, si rivolge così a Scialpi, ignaro di essere intercettato dai poliziotti. Qualche settimana dopo la vittoria della gara, l’amministratore di fatto della società vincitrice incontra Scialpi in un bar di Corso Italia per manifestare il suo apprezzamento per l’aiuto fornito: Alfeo la chiama «collaborazione» per la quale c’è una ricompensa. I poliziotti della Squadra Mobile l’hanno ribattezzata «riconoscimento mimetico».

Per la magistratura è «un accordo corruttivo» pienamente «accettato e consumato dalle parti con la consegna di somme di denaro». A confermarlo, secondo quanto riportano gli investigatori nelle carte di inchiesta, c’è la stessa reazione di Scialpi che rivolgendo all’imprenditore, afferma «non ti deve... non ti devi sentire obbligato». Alfeo non vacilla, e rilancia «Assolutamente».

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