TARANTO - Giochi del Mediterraneo, aspettando Giancarlo Giorgetti. Dopo l’ok dei ministri Fitto e Abodi, infatti, all’appello manca la firma del responsabile dell’Economia e delle Finanze sui decreti attuativi che assegneranno materialmente i primi 150 milioni di euro al commissario Ferrarese. Che poi, a sua volta, li girerà alle amministrazioni dei 21 Comuni che ospiteranno le gare e gli allenamenti per la manifestazione internazionale. Sono mesi ormai che la struttura commissariale attende il definitivo “semaforo verde” e, analogamente, sono in attesa alcuni sindaci che vorrebbe già dare il via ai bandi di gara (Martina Franca, Massafra, Fasano) oltre a quello di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha progetti complessi ancora da definire. Lo stesso Ferrarese, tanto per essere chiari, senza soldi non può avviare la macchina dei Giochi e quindi assumere personale e soprattutto non può retribuire i progettisti.
A proposito di progetti, la società pubblica “Sport e Salute”, entro una settimana, dovrebbe consegnare al Comitato organizzatore una prima proposta per la riqualificazione dello stadio di Taranto. Che, secondo una prima valutazione, costerebbe 28 milioni di euro ma che potrebbe lievitare sino a 40 nel caso in cui non ci si limitasse a demolire solo l’anello inferiore dello “Iacovone” ma si intervenisse anche sulle fondazioni. In questo modo, del resto, gli spalti verrebbero decisamente a ridosso del terreno sul modello degli stadi inglesi. Naturalmente poi, l’importo finale verrà determinato anche dal tipo materiale che verrà utilizzato per la copertura. Al momento, dunque, non ci sono certezze. Ma, con il passar del tempo, sembra sempre più remota la possibilità che il Taranto Fc giochi nell’impianto della Salinella con il cantiere in corso. E questo, non solo per il poco tempo ormai a disposizione prima dell’inizio dei Giochi (21 agosto 2026), ma anche per motivi tecnici e logistici. In attesa di valutare il progetto di Sport e Salute, sembra che per demolire l’anello inferiore dello stadio (quattro settori) sia necessario posizionare i mezzi meccanici al centro del campo di calcio.
Il cronoprogramma degli interventi dello “Iacovone”, nonostante il tempo scorra inesorabile, resta sempre lo stesso. L’obiettivo del Comitato organizzatore è quello di avere entro aprile il progetto definitivo, entro giugno quello esecutivo per poi indire la gara di appalto per i lavori, assegnarla entro l’autunno e far aprire così il cantiere tra novembre e dicembre. Ancor prima, però, sempre su indicazione del commissario Ferrarese, l’agenzia pubblica Sport e Salute potrebbe anche avviare le procedure per individuare l’impresa che demolirà il primo anello.
In questo caso, essendo l’importo probabilmente sotto la soglia comunitaria (meno di 5,3 milioni di euro) non dovrebbe essere necessario pubblicare un bando, ma dovrebbe bastare la cosiddetta procedura negoziata (invitando almeno 10 imprese a presentare un’offerta). In questo modo, anticipando le demolizioni, l’impresa assegnataria dei lavori dovrebbe occuparsi poi solo (si fa per dire) del rifacimento delle fondazioni e del radicale restyling dell’impianto sportivo.