«Lunedì pomeriggio avremo sia l'incontro con le aziende dell’indotto sia con i sindacati metalmeccanici con i quali abbiamo svolto un’interlocuzione per informare gli attori interessati al rilancio dell’ex Ilva sui passi che ci apprestavamo a fare». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in video collegamento con la tavola rotonda dal titolo 'Innovazione, ricerca e formazione per la qualità delle produzioni e del lavorò, organizzata da Cgil Bari nel capoluogo pugliese.
«Nel contempo - ha aggiunto - la prossima settimana inizieranno le votazioni in commissione sugli emendamenti ai due decreti integrati che riguardano Acciaierie d’Italia e soprattutto l’indotto, con i lavoratori e le aziende che abbiamo messo sotto copertura di uno strumento di cassa integrazione che spero si possa migliorare anche con il contributo delle forze politiche rappresentate in Parlamento».
«L'azienda a oggi non ha fornito alcuna informazione estratta dai propri database in merito alle imprese che possono utilizzare gli strumenti che abbiamo messo in campo con il decreto legge». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in videocollegamento con un evento della Cgil a Bari. «Le informazioni fino a oggi trasmesse - ha aggiunto - sono parziali, per esempio non è stata comunicata la composizione del debito, e se si tratti di crediti certi, liquidi ed esigibili. Ci si è limitati, in misura incompleta, a informazioni su alcune decine di imprese a fronte di qualche migliaio».
Urso ha chiarito che «non è così che si procede. Si procede fornendo informazioni necessarie per poter valutare il credito, altrimenti nessuno può acquisire crediti che non sono stati valutati».
«Ci sembra - ha detto il ministro - che non ci sia stata una collaborazione dell’azienda per consentire che i propri fornitori potessero utilizzare gli strumenti che il governo ha messo in campo e che mi auguro siano convertiti in legge con il concorso costruttivo del Parlamento».
ASSOCIAZIONI INDOTTO LUNEDI' A PALAZZO CHIGI
E’ giunta alle associazioni datoriali e di categoria dell’indotto ex Ilva la convocazione da Palazzo Chigi per un incontro che si terrà lunedì 19 febbraio, alle ore 18. Sono invitate a partecipare Aigi, Casartigiani Puglia, Cna Taranto, Confindustria Taranto, Confapi Taranto, Confartigianato Puglia e Federmanager. Il confronto si terrà presso la sala monumentale di Palazzo Chigi. Sempre per lunedì erano già state convocate dalla presidenza del Consiglio le organizzazioni sindacali per fare il punto sulla vertenza.
Le imprese dell’indotto chiedono garanzie sui crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia, che ammontano a 140 milioni di euro e che temono di perdere in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, così come avvenne nel 2015 quando fu commissariata l’Ilva dei Riva.
Da diversi giorni, numerose aziende hanno sospeso le attività e messo in cassa integrazione i dipendenti. Ieri sera l'associazione Aigi ha rimosso il presidio davanti alla prefettura di Taranto dopo quattro giorni di protesta a oltranza, notti comprese, in attesa dell’incontro con il governo. La convocazione per lunedì a Palazzo Chigi delle associazioni dell’indotto è firmata dal capo di gabinetto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
«Il governo ci ha convocati lunedì perché ci siamo auto convocati. Erano settimane che aspettavamo la formale convocazione del tavolo da parte del governo e non ci è arrivata alcuna informazione». Lo ha detto il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, a margine della tavola rotonda dal titolo 'Innovazione, ricerca e formazione per la qualità delle produzioni e del lavorò, organizzata da Cgil Puglia nel capoluogo pugliese. Il riferimento è al tavolo sulla ex Ilva convocato da Palazzo Chigi.
«Sappiamo - ha aggiunto - che c'è un negoziato in corso fra la parte pubblica e la parte privata e sappiamo che sono aperte due possibilità». De Palma ha detto che «la nostra posizione è sempre stata una: salire con il socio pubblico per poi aprire un negoziato per capire se ci fossero anche soggetti privati. Questo però presupponeva un’assunzione di responsabilità da parte di Ercelor Mittal che, a oggi, non c'è stata». «Lo scenario che rimane aperto - ha detto - e che lunedì dovrebbe concludersi, prevede due possibilità: quella della salita pubblica o quella, che si fa ogni giorno più concreta, dell’amministrazione straordinaria».
LAVORIAMO A 4 POLI SIDERURGICI IN ITALIA
«Abbiamo espresso ai sindacati la nostra volontà di mantenere e preservare gli impianti produttivi e le industrie del paese. Certamente anche la sua industria siderurgica, per la quale abbiamo un piano che prevede quattro poli produttivi». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in video collegamento con la tavola rotonda dal titolo 'Innovazione, ricerca e formazione per la qualità delle produzioni e del lavorò, organizzata da Cgil Bari nel capoluogo pugliese.
«Il primo - ha spiegato - è quello all’avanguardia in Europa delle acciaierie green, le aziende italiane sono le più avanti in questo settore. Il secondo è il polo di Piombino, che stiamo ricostituendo sulla base di due investimenti stranieri, che configurano la rinascita del sito siderurgico e la ripesa del lavoro di coloro che oggi sono in cassa integrazione».
Urso ha chiarito che «il terzo è il polo di Terni, per il quale stiamo definendo il contratto di programma con il gruppo Arvedi, perché possa tornare a essere significativo. Infine, oggi dobbiamo affrontare con determinazione, tutti insieme, la più grande industria siderurgica d’Europa, cioè il polo dell’ex Ilva, da Taranto alla Liguria agli altri stabilimenti italiani».
CONCRETA EVENTUALITA' AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA EX ILVA
«Le aziende e i lavoratori dell’indotto dell’ex Ilva sono quelli che in questa fase ci preoccupano di più, in vista di un’eventualità molto concreta, che è quella dell’amministrazione straordinaria». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in video collegamento con la tavola rotonda dal titolo 'Innovazione, ricerca e formazione per la qualità delle produzioni e del lavorò, organizzata da Cgil Bari nel capoluogo pugliese.
«Il confronto fra socio pubblico e privato - ha aggiunto il ministro - non sembra aver sortito la soluzione che tutti auspicavamo, che potesse garantire la continuità produttiva e il rilancio del sito siderurgico, e quindi la salvaguardia di un asset fondamentale non solo per la siderurgia italia, ma per l'industria manifatturiera del nostro Paese».
Urso ha chiarito che se quest’ultima esiste «ed è fiorente, è perché a monte c'è un’industria siderurgica italiana, che dobbiamo salvaguardare e rafforzare, perché attraverso il Mediterraneo potrà crearsi una filiera siderurgica che potrà essere competitiva in Europa. Ci stiamo lavorando, sui progetti che riguardano Piombino, e mi auguro che riguarderanno anche l'ex Ilva di Taranto».
LUNEDI' PRESIDIO USB
«Dopo aver assistito alla messa in scena da parte dell’ad Lucia Morselli che, in audizione al Senato, ha raccontato una versione distorta dei fatti, crediamo sia il caso di focalizzare l’attenzione sulle problematiche reali. Ed è per questo che a partire dalle 16.30 di lunedì 19 febbraio, attivisti e delegati Usb saranno presenti davanti alla prefettura di Taranto, in attesa dell’incontro romano tra sindacati e governo». Lo annunciano Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’esecutivo confederale Usb, aggiungendo che «negli ultimi giorni si è percepita chiaramente, come è giusto che sia, la disperazione delle aziende dell’appalto che navigano effettivamente in cattive acque, che sono ancora in presidio e che chiedono risposte».
Quello che «forse non arriva nella sua reale drammaticità e dimensione - insistono i due sindacalisti - è invece la condizione di assoluta precarietà in cui sono di conseguenza le migliaia di lavoratori che non hanno percepito lo stipendio, che si trovano a dover fare i conti con bollette e canoni di fitto scaduti, e spese quotidiane che non si riescono a sostenere».
«Parliamo di dipendenti, il cui stipendio - osservano Rizzo e Colautti - supera di poco i mille euro al mese. Quindi si parte da una base minima che, già in condizioni normali, permette a stento di sostenere l’ordinaria amministrazione. Facile immaginare quanto possa essere pesante per una famiglia non poter contare neanche su quel poco. Si tratta - concludono - di una questione di assoluta e grave urgenza che rischia, come sosteniamo da tempo, di determinare una bomba sociale con effetti preoccupanti».
AD MORSELLI QUERELLA LEADER UILM PALOMBELLA
L’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia S.p.A., Lucia Morselli ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela contro il segretario nazionale della Uilm-Uil, Rocco Palombella, per una sua affermazione, «Da Morselli solo bugie», durante l'audizione alla 9/a Commissione del Senato il 13 febbraio scorso. Lo rende noto Acciaierie d’Italia con un comunicato.