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Rischio chiusura ex Ilva: i sindacati in corteo lunedì 29 gennaio

 
Redazione online

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Ex Ilva di Taranto, in azienda è braccio di ferro. Confermato lo sciopero

foto d'archivio

Lo sciopero annunciato dalle segreterie territoriali Fim, Fiom, Uilm e Usb e dall'Aigi: "Bisogna trovare garanzie per i lavoratori e i crediti delle imprese"

Giovedì 25 Gennaio 2024, 18:01

20:03

TARANTO - Le segreterie territoriali Fim, Fiom, Uilm e Usb annunciano per lunedì 29 gennaio una manifestazione a Taranto nell’ambito della vertenza ex Ilva con concentramento davanti alla portineria imprese, a partire dalle 7, che proseguirà in corteo attorno al perimetro dello stabilimento.

Sostengono che «c'è il rischio molto concreto di chiusura dello stabilimento per una volontà ben precisa dell’amministratore delegato, espressione di fatto di AcelorMittal». L’obiettivo è spingere il governo, nell’iter di conversione del decreto, a «trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese».

 I sindacati riferiscono di aver appreso che «l'unico altoforno attualmente in marcia già ridotta (il numero 4, ndr) si sta avviando ad un ulteriore abbassamento della carica e si stanno adoperando anche alla fermata delle batterie 7- 8 determinando di fatto la chiusura definitiva della fabbrica». Per Fim, Fiom, Uilm e Usb «è del tutto evidente che avremmo potuto evitare questa situazione di criticità in cui si trova la vertenza ex Ilva e come sindacato abbiamo, in più occasioni, scioperato per chiedere l’estromissione di Arcelor Mittal che aveva già ampiamente dimostrato di non voler investire sia per il rilancio della produzione che per il processo della transizione ecologica».

La gestione della multinazionale, insistono, «ha prodotto soltanto cassa integrazione ed un impoverimento del tessuto produttivo della provincia ionica portando al lastrico molte aziende dell’appalto con conseguenti procedure di licenziamento collettivo per i lavoratori». Adesso, osservano ancora, «bisogna garantire la sopravvivenza dello stabilimento e non consentire all’attuale amministratore delegato di ArcelorMIttal (Lucia Morselli, ndr) di accrescere una situazione già di per sé grave che consentirebbe alla multinazionale di compiere un delitto perfetto, eliminando in maniera definitiva un competitor importante come Taranto e facendo scoppiare sul territorio un vero e proprio disastro ambientale e sociale che diventerebbe irreversibile».

Le organizzazioni sindacali ribadiscono infine «l'importanza e la strategicità dei lavoratori del mondo dell’appalto che in questi anni hanno garantito non solo la salvaguardia e la produzione degli impianti dello stabilimento siderurgico, ma soprattutto hanno consentito la realizzazione del piano ambientale e l’intervento costante sugli impianti per evitare problemi di emissioni inquinanti».

ANCHE AIGI CI SARA'

«Aigi condivide le ragioni della manifestazione indetta dalle sigle sindacali metalmeccaniche in programma lunedì prossimo 29 gennaio. Imprese e sindacati insieme in difesa della produzione ecocompatibile, del lavoro e del territorio tarantino, in difesa della sopravvivenza dello stabilimento siderurgico il cui futuro è fortemente a rischio mentre incombe lo spettro della seconda amministrazione straordinaria nel giro di un decennio». Lo afferma in una nota Aigi, l’associazione a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto del Siderurgico.
«Quella di lunedì - aggiunge - sarà una data storica per la città. Per la prima volta a manifestare con le stesse medesime rivendicazioni saranno imprenditori e organizzazioni sindacali che scendono per strada in difesa della città. Manifestano per l'ex Ilva, la madre di tutte le vertenze mentre Taranto si è trasformata nella città delle vertenze».
Aigi lancia dunque l’appello «alle altre forze economiche della città, agli ordini professionali e alle associazioni di categoria perché a rischio non sono solo i lavoratori diretti e dell’appalto ex Ilva. A rischio è la tenuta economica dell’intero territorio perché il default delle imprese e la chiusura della fabbrica si riverbererà sul reddito pro capite di ogni singolo cittadino».

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