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Ex Ilva, nel suo futuro divorzio consensuale dal colosso Arcelor Mittal

 
Redazione online

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Ex Ilva, nel suo futuro divorzio consensuale dal colosso franco-indiano Arcelor Mittal

L'ex Ilva di Taranto

Giovedì nuovo tavolo governo-sindacati. L'informativa al Senato del ministro delle Imprese e del Made in Italy. Urso: «Cambiare rotta ed equipaggio»

Giovedì 11 Gennaio 2024, 20:49

12 Gennaio 2024, 00:48

ROMA - «Intervento drastico». «Cambiare equipaggio». «Invertire la rotta». La risposta del governo agli spiragli aperti da Arcelor Mittal è chiara: nel futuro dell’ex Ilva non ci sarà il colosso franco-indiano. È il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a tenere il punto nel corso di una informativa al Senato, accusando il socio privato in Acciaierie di non aver mantenuto nessuno degli impegni presi, né sul fronte occupazionale né su quello del rilancio industriale. Intanto in serata, aprendo l’incontro con i sindacati di categoria a Palazzo Chigi, gli esponenti del governo hanno spiegato che si lavora per arrivare a un «divorzio consensuale» con Mittal, per evitare in lungo contenzioso legale. In particolare in queste ore sarebbero al lavoro i legali dei due soci, con l’obiettivo di arrivare a un accordo entro mercoledì.

«Inaccettabile» per il governo la discesa in minoranza di Mittal senza, però, la disponibilità a investire in proporzione alla propria quota, scaricando l’intero onere finanziario sullo Stato e reclamando al contempo «il privilegio» - aveva spiegato in mattinata Urso - di condividere in ogni caso la governance, così da condizionare ogni ulteriore decisione.
Sullo sfondo resta lo spettro dell’amministrazione straordinaria. Quando e se, però, resta ancora da vedere. Su questo fronte comunque il governo ha il coltello dalla parte del manico. Può infatti, in base all’articolo 2 del decreto ex Ilva, attivare da solo la procedura. Il che significherebbe la nomina di un commissario e il probabile avvio di una lunga battaglia legale con Mittal.
Per i sindacati è l’opzione più cruenta e va evitata. Metterebbe in ginocchio le aziende creditrici dell’indotto e rafforzerebbe lo spauracchio della cassa integrazione, già ampiamente attivata. Le priorità che Fim, Fiom e Uilm portano sul tavolo dell’esecutivo sono la salvaguardia dei livelli occupazionali, la continuità dell’attività lavorativa e degli impianti.

Un tema, quello dell’occupazione, sul quale arrivano assicurazioni di tutela da parte della ministra del Lavoro, Marina Calderone. Si fanno sentire anche le imprese dell’indotto che chiedono di essere convocate e attuano un presidio davanti Palazzo Chigi temendo per il futuro. Qualche momento di scoramento e di tensione, con qualcuno tra i manifestanti che evoca persino il suicidio.

FIM, BENAGLIA «TECNICI AL LAVORO FINO A MERCOLEDI'»

«E' stato un incontro importante. Il governo ci ha detto che non è possibile proseguire con Arcelor Mittal nella gestione di Acciaierie d’Italia. L’esecutivo ci ha confermato che si sta lavorando, in queste ore, tra i tecnici di Invitalia e Mittal su tre direttrici: il divorzio consensuale, la continuità aziendale e produttiva, le risorse che il governo è pronto a mettere anche senza i Mittal per il rilancio dell’attività». Così il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, al termine del tavolo tra sindacati e governo sull'ex Ilva. «Il governo ci ha assicurato che sarà una questione di pochissimi giorni. I tecnici lavoreranno fino a mercoledì, ultimo giorno utile per trovare una soluzione consensuale», ha spiegato.
«Giovedì prossimo saremo riconvocati per vedere come e con quali strumenti poter andare avanti», ha concluso.

UILM «ARCELOR MITTAL NON CI SARA' PIU'»

«Questa sera abbiamo acquisito un risultato: Arcelor Mittal non ci sarà più e indietro non si torna. Adesso c'è una fase per capire come avverrà questo distacco. La prossima settimana lo sapremo».
Lo dichiara il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine del tavolo tra sindacati e governo sull'ex Ilva.
«Vogliamo essere i testimoni di un divorzio che è l’unica condizione per poter continuare a investire, considerando la siderurgia una possibilità e non una chimera o un pericolo», prosegue.
«Da giovedì il governo ci dirà qual è il piano alternativo. Siamo contrari a qualsiasi piano invasivo che non vede la salvaguardia dei livelli occupazionali di tutti i lavoratori, del sistema delle imprese dell’indotto», afferma Palombella.

FIOM «FINALMENTE GOVERNO ASSUME GESTIONE AZIENDA»

«Finalmente ci siamo. Il governo ha deciso di non tornare più indietro, proseguendo sulla strada per assumere la gestione dell’azienda».
Così il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, al termine del tavolo a Palazzo Chigi tra sindacati e governo sull'ex Ilva. «Abbiamo chiesto che anche negli eventuali ammortizzatori che saranno utilizzati e concordati tra azienda e governo ci sia il fatto che i manutentori, quelli che tengono in piedi gli impianti, siano messi nelle condizioni di poter lavorare. L'appuntamento con l’esecutivo sarà adesso giovedì», ha detto De Palma.

NUOVO TAVOLO GOVERNO SINDACATI GIOVEDì

I sindacati sono stati nuovamente convocati giovedì prossimo, 18 gennaio, per essere aggiornati sull'esito delle trattive sull'ex Ilva. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi al termine dell’incontro con i sindacati di categoria.

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