I lavori di adeguamento effettuati a partire dal 2021 sono stati ritenuti sufficienti a superare le «criticità» che nell’aprile 2019 portarono la Procura di Taranto a chiedere il sequestro dell’impianto Aseco di Ginosa. E dunque, ottenuto il parere favorevole del pm Mariano Buccoliero e dopo gli approfondimenti tecnici affidati all’Arpa, negli scorsi giorni il giudice monocratico Antonio Giannico ha restituito all’Aqp lo stabilimento di compostaggio. Proprio quello che, nelle intenzioni della Regione, dovrebbe diventare il fulcro della strategia di gestione del ciclo dei rifiuti.
Entro febbraio l’impianto Aseco dovrebbe cominciare a ricevere i primi carichi. Nel 2019 il sequestro scattò per via della mancanza di un sistema di raccolta delle acque, che comportava lo scarico del percolato nei terreni circostanti. I lavori di adeguamento hanno superato questo problema, realizzando altresì due linee di trattamento autonome: una per i rifiuti organici, l’altra specificamente dedicata ai fanghi dei depuratori. Nel frattempo un dirigente Aqp, Maurizio Cianci (difeso dall’avvocato Egidio Albanese) e l’allora responsabile tecnico dell’impianto, sono finiti a processo davanti al Tribunale di Taranto con le accuse di getto pericoloso di cose e violazioni del Testo unico per l’Ambiente. È proprio in questo contesto che la difesa di Cianci a novembre ha presentato istanza di dissequestro dell’impianto. Dopo un primo «no» della Procura e i chiarimenti offerti dall’indagato, è arrivato il via libera che ha portato il giudice Giannico ad accogliere la richiesta: la realizzazione dei lavori - ha scritto il giudice - «ha comportato un decisivo ridimensionamento del pericolo cautelare atteso che l’impresa ha provveduto ad eliminare il rischio di dilavamento e ruscellamento delle acque in zone non impermeabilizzate all’interno e all’sterno dello stabilimento e, più in generale, le criticità ravvisate nel provvedimento di sequestro».
L’impianto Aseco può dunque riaprire, fornendo una valvola di sfogo al trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani. I tempi dovrebbero essere ragionevolmente brevi, anche perché le difficoltà tecniche dovrebbero essere state superate. L’Aia del 2016, tuttora valida, autorizza il trattamento di 80mila tonnellate annue di rifiuti, circa un quarto del deficit di capacità registrato dal sistema pugliese.
A marzo 2023 l’Agenzia regionale per i rifiuti, Ager, ha firmato una convenzione che oltre a prevedere l’affidamento in-house del trattamento nell’impianto di Ginosa dei rifiuti organici provenienti da differenziata, ha messo nelle mani di Aseco anche la progettazione e la realizzazione dei tre nuovi impianti pubblici di Brindisi, Lecce e Foggia. Aseco è dunque diventata, per via indiretta, la società di gestione del sistema dei rifiuti in cui Ager ha acquisito il 40%. Una decisione fortemente contestata dagli operatori di settore, e oggetto di un parere molto critico dalla Corte dei conti. Ma il nodo principale è rappresentato dall’Antitrust: l’Autorità garante della concorrenza ha infatti presentato ricorso al Tar contro l’operazione (l’udienza non è ancora stata fissata, Ager è difesa dagli avvocati Fabio Cintioli e Marco Lancieri), sul presupposto di una illegittima «invasione di campo». Secondo l’Autorità, infatti, la Regione (che di tutta l’operazione è il regista e che controlla la newco New Aseco) non avrebbe titolo di affidare ad Aseco realizzazione e gestione degli impianti di rifiuti, che spettano ai Comuni.
Questo è il motivo per cui, a quasi un anno dal via libera formale, l’operazione Aseco non è ancora partita. Aqp ha ricapitalizzato la società con circa 2 milioni di euro (ma ha incassato circa un milione da Ager per la cessione del 40%), ma è chiaro che l’equilibrio economico dovrà essere garantito in primis dall’esercizio dell’impianto di trattamento di Ginosa. Un aspetto non secondario è dato dall’individuazione della tariffa, che dovrà essere determinata dall’Ager diretta da Angelo Pansini: anche in questo passaggio c’è un possibile punto di frizione con i privati, perché una tariffa sbilanciata (in un senso o nell’altro) rischia di alterare i flussi e di creare possibili impatti sul mercato.
















