TARANTO - «Gli impianti inquinanti dell’ex Ilva vanno fermati, la salute è prioritaria e deve tornare al centro di ogni ragionamento». Lo hanno detto i portavoce di 25 associazioni e movimenti, non solo ambientalisti (tra cui associazione Genitori Tarantini, Peacelink, Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera, la cooperativa Mitilicoltori Tarantini, Lmo-Lavoratori metalmeccanici organizzati) che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa davanti al Municipio di Taranto. Un incontro organizzato «per ascoltare - è stato spiegato - le voci dei cittadini di Taranto, in contrapposizione con le dichiarazioni di sindacalisti e politici». Il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti ha sottolineato che è auspicabile «una duplice svolta. Una svolta per la pace e una svolta per l’ambiente e per riconvertire tutte quelle spese che attualmente vogliono buttare nel pozzo senza fine della guerra in Ucraina, recuperarle e utilizzarle per Taranto e per tutte le città che sono Sito di interesse nazionale».
«Questo - ha aggiunto - è un nostro limite: noi dobbiamo lavorare e lottare insieme a tutte quelle altre città che sono profondamente inquinate e vanno bonificate. La nostra lotta deve ovviamente portare a far emergere la verità, per ora portata avanti dai cittadini, dalla magistratura e da pochi giornalisti coraggiosi che sono al nostro fianco». Secondo l’ambientalista, «altri vanno a creare compromessi con la verità, si fa una forzatura. Quando noi ci rendiamo conto che in queste trattative nazionali si dice tutto e il contrario di tutto, che si fa credere alla popolazione che due più due faccia cinque, noi dobbiamo dire basta. Questo è il momento in cui deve essere assolutamente chiaro che la prosecuzione di questi impianti inquinanti è una prosecuzione non sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale».
«Acciaierie d'Italia condannata per condotta antisindacale»
Il giudice del lavoro di Taranto ha condannato per condotta antisindacale Acciaierie d’Italia Energia, la società del gruppo che gestisce le centrali elettriche dello stabilimento siderurgico di Taranto «per non avere illustrato ex art. 44 del Ccnl elettrici, la situazione economica e le prospettive di redditività in un incontro congiunto al fine di avviare le trattative sul premio di risultato, nonostante esplicita richiesta della Filctem Cgil». Lo riferisce la stessa organizzazione sindacale. Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Massimiliano Del Vecchio.
«La vittoria della Filctem Cgil di Taranto sul ricorso ex art. 28 per condotta antisindacale di AdI Energia - sottolinea Francesco Bardinella, segretario territoriale del sindacato di categoria - è una ulteriore riprova di come ArcelorMittal non ha nessuna volontà di arrivare ad una soluzione nella vertenza ex Ilva continuando a tenere in ostaggio i lavoratori, la città e il sistema manifatturiero del Paese». La Filctem aveva presentato ricorso «per l’atteggiamento contrario - aggiunge - alla libertà di associazione e informazione dei circa 100 lavoratori del settore elettrico impegnati nella centrale energetica del grande colosso siderurgico.
Abbiamo chiesto più volte incontri con l’azienda e la risposta di Acciaierie d’Italia è stata solo un assordante silenzio». Per Bardinella «si tratta di un pessimo segnale se si considera anche il clima generale intorno alla fabbrica considerati anche i prossimi appuntamenti del 20 e del 22 dicembre prossimi: confronto con la premier Meloni e assemblea dei soci».
Emiliano: a Taranto a rischio le piccole imprese dell'indotto Ilva
«A Taranto rischia di rimanere senza risposte la richiesta d’aiuto che viene dalle piccole imprese, con meno di quindici dipendenti che, al pari delle maggiori, operano e soffrono nell’indotto dell’arsenale e della grande acciaieria, di cui subiscono drammaticamente gli effetti della crisi». A lanciare l’allarme è il governatore pugliese, Michele Emiliano, che evidenzia che «per queste imprese più piccole il quadro normativo non prevede, come per le altre operanti nell’area di crisi industriale complessa, la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali utili ad accompagnare le politiche di rilancio aziendale e, soprattutto, a mettere in sicurezza i dipendenti, altrimenti a rischio licenziamento».
«Per queste ragioni - ha proseguito - ho molto apprezzato l'iniziativa sindacale tendente a definire una proposta di modifica del quadro normativo per dare le risposte attese da aziende e lavoratori». Infatti, questa mattina, al tavolo della task force regionale per l’occupazione, presieduto da Leo Caroli. sono state licenziate due ipotesi di emendamento alla legge 148/2015 che i sindacati porteranno all’attenzione dei parlamentari del territorio affinché ne sostengano l’iter legislativo.
«Sono felice - ha concluso Emiliano - per l’azione messa in campo che dovrà appartenere alla comunità tarantina intera e che, per questa ragione, sosterrò col massimo impegno ed assicurando la mia partecipazione alle iniziative a sostegno che il sindacato saprà mettere in campo».