TARANTO - È in stato di fermo il figlio di Antonio D’Angela, il 59enne agricoltore ucciso a San Marzano di San Giuseppe, alla vigilia dell’Immacolata da un proiettile che lo ha raggiunto alla gamba recidendo l’arteria femorale. Sarebbe stato proprio il figlio Angelo D'Angela 27enne di San Marzano di San Giuseppe, durante una discussione a esplodere il colpo di pistola, ma l’obiettivo non era il padre: i due stavano infatti discutendo contro altre persone. Ad una di queste era destinato il colpo sparato.
Forse a causa della concitazione del momento, il proiettile ha raggiunto da distanza ravvicinata il genitore: un colpo quasi a bruciapelo che ha sostanzialmente creato un’emorragia evidentemente impossibile da fermare tanto che il 59enne è morto dissanguato, dopo essere stato trasportato proprio dal figlio all'ospedale Giannuzzi di Manduria.
I carabinieri della compagnia di Manduria, diretti dal capitano Alessandro Torto, già ieri sono riusciti a chiudere il cerchio sulla vicenda: dopo aver ascoltato le testimonianze anche delle persone contro le quali padre e figlio stavano litigando, hanno dichiarato lo stato di fermo di indiziato di delitto: ora tocca al pubblico ministero Francesco Ciardo chiedere la convalida del fermo e soprattutto stabilire se accusarlo di omicidio volontario oppure di omicidio preterintenzionale. Angelo D'Angela è in carcere insieme ad un complice, Massimiliano Papari, 42enne anche lui di San Marzano.