TARANTO - Riflettori puntati sull'assemblea dei soci di mercoledì 6 dicembre di Acciaierie d'Italia holding, la joint venture tra la multinazionale indiana ArcelorMittal e lo Stato italiano (tramite Invitalia), per decidere del futuro dell'ex gruppo Ilva, dopo il rinvio deciso il 28 novembre scorso. Seduta nella quale, comunque, stando a fonti di AdI, sono stati fatti dei «passi avanti». Mentre si avvicina questa nuova scadenza, sale sempre di più l'allarme dei sindacati sul futuro della più grande acciaieria europea: il timore che considerano ormai «una certezza» è quello della chiusura del sito.
Proprio l’altro ieri, è stato annunciato lo stop dell'Altoforno Afo/2, in merito al quale AdI ha informato che «la produzione di ghisa dell’Altoforno 2 sarà sospesa per sette giorni a far corso da lunedì 4 dicembre (oggi, ndr) e riprenderà regolarmente il giorno 11 dicembre» nell'ambito di «un programma di interventi manutentivi riguardanti diverse aree produttive»...
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION
MELUCCI: NESSUNO ESENTE DA RESPONSABILITA'
«Io lavorerò, insieme a tanti altri amministratori locali, affinché Italia Viva possa far compiere un salto evolutivo alle politiche nazionali in materia ambientale, proprio a partire da Taranto». Lo ha detto sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci ,che, dopo aver lasciato da qualche settimana il Partito Democratico, ieri ha aderito ufficialmente a Italia Viva, entrando nella cabina di regia del partito guidato da Matteo Renzi. L’auspicio di Melucci è che «Italia Viva possa diventare in breve tempo quella metamorfosi positiva della politica italiana, che tra gli estremi della irrealizzabile decrescita felice e la deleteria conservazione dell’economia dei fossili, costruisca nel mezzo le risposte innovative per garantire la giustizia intergenerazionale e l'inversione del declino nel nostro Paese».
Secondo Melucci occorre «rimettere al centro dell’agenda nazionale e comunitaria le vicende di Taranto». Il primo cittadino ha ringraziato Renzi per l’accoglienza che gli è stata riservata all’assemblea nazionale di Italia Viva «ma soprattutto per l’attenzione che ha voluto tributare a Taranto, alle sue battaglie e alla sua risalita. Mi onora, inoltre, che Italia Viva abbia voluto ricevere il mio contributo attraverso un incarico nei suoi organismi direttivi». «In particolare - ha aggiunto - la possibilità di occuparmi a livello nazionale, da riformista, di deleghe come la transizione giusta europea e l'economia del mare, mi consentirà di rafforzare gli interessi della comunità ionica nelle sedi parlamentari, di consolidare le politiche del partito nella direzione della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile».
«Non si può negare come sulla questione Ilva in tutti questi anni spesso si sia speculato sulla disperazione delle persone, senza - ha concluso Melucci - apportare alcun tipo di contributo reale alla causa. Nessuno può dirsi esente da responsabilità».