TARANTO - Il Comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo «Taranto 2026» dovrà ora cercare un nuovo direttore generale. L’interdizione dai pubblici uffici di Elio Sannicandro, in seguito agli sviluppi di un’indagine di cui si riporta in queste pagine, salvo ulteriori imprevisti, impone il cambio della guardia. Ed è altamente probabile che, appena appresa la notizia, il sindaco Melucci abbia aperto un canale di comunicazione con il ministro dello Sport, Andrea Abodi e soprattutto con quello agli Affari europei, Pnrr e Sud, Raffaele Fitto. In questo frangente, così delicato, Melucci in realtà agirebbe non solo come sindaco e presidente della Provincia, ma nelle vesti di presidente del Comitato organizzatore della manifestazione in programma nel capoluogo ionico tra 948 giorni (13 giugno 2026).
Già, il Comitato. Quest’organismo, da ieri privo di un direttore generale in grado di operare, era già debole e oggettivamente depotenziato nella sua stessa composizione. Dalla scorsa fine di luglio, il primo ad uscire facendo così da illustre apripista era stato il Coni che aveva denunciato i ritardi accumulati sino a quel periodo. A fine settembre, invece, era toccato ad Abodi annunciare la clamorosa fuoriuscita del Governo. Il quadro in cui queste defezioni si sono concretizzate ha delle evidenti connotazioni politiche. Che, lo scorso 17 ottobre, erano emerse clamorosamente con una nota al vetriolo che il presidente Emiliano aveva inviato ad Abodi criticando il modo con cui il ministro aveva pubblicamente commentato la riunione che si era conclusa nelle ore precedenti.
Passata la burrasca, le parti (da un lato il Governo, dall’altro la Regione Puglia, in mezzo in posizione più conciliante il Comune di Taranto) riprendono il dialogo.
Il confronto, solo tecnico, ruota attorno all’esigenza manifestata dai due esponenti dell’esecutivo Meloni di azzerare il Comitato organizzare e di costituirne uno nuovo o, in alternativa, di modificare quello esistente dando più peso specifico a Palazzo Chigi. In questo contesto, punto centrale della discussione (anzi autentico pomo della discordia) è stato Elio Sannicandro. Che, per usare un eufemismo, non ha mai riscontrato il gradimento di Fitto. Prima dei fatti di cronaca di ieri, al tavolo, si era anche lavorato all’ipotesi di una doppia direzione generale del Comitato (una tecnica e una amministrativa). Ma l’idea si è arenata subito.
Intanto il commissario Ferrarese guarda preoccupato la clessidra che idealmente è già capovolta sulla sua scrivania. I granelli scivolano veloci e il tempo per riuscire a realizzare le opere stringe.