TARANTO - Sono due i Daspo emessi dal Questore di Taranto, Massimo Gambino, nei confronti di due ultras rossoblu accusati di aver fatto parte del commando che a febbraio scorso mise in atto un vero e proprio agguato con spranghe, catene e mazze da baseball ai danni di tifosi del Casarano che tornavano dalla trasferta di Nocera.
I provvedimenti emessi dal capo della Polizia di Taranto hanno colpito due tarantini ritenuti parte del gruppo della Gradinata Taranto: nei loro confronti è stato disposto il divieto di assistere alle manifestazioni sportive per i prossimi cinque anni. A uno dei due inoltre, era stata applicata la misura dell’obbligo di firma: 10 minuti dopo l’inizio di ciascuno dei tempi si sarebbe dovuto presentare negli uffici di via Palatucci, ma non solo. È tenuto a stare a una distanza minia di 500 metri da tutti gli eventi sportivi calcistici di qualunque serie e livello. Su quest’ultimo punto, però, il suo difensore, l’avvocato Francesco Nevoli, è riuscito a far cadere l’obbligo di firma: anche se il Daspo resta in piedi, infatti, il giudice Giovanni Caroli non ha convalida l’ulteriore misura disposta dal Questore.
I fatti risalgono al 5 febbraio scorso: intorno alle 20.15 una telefonata alla Sala Operativa della Questura, allertò i poliziotti su un agguato in corso allo svincolo tra la Strada Statale 106 e la Strada Statale 7. «Ci hanno aggrediti vicino Taranto con i furgoni… Ci sono 10 o 12 macchine ci hanno bloccato con le macchine».
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Digos, guidati dal commissario capo Francesco Cecere, gli ultras ionici avrebbero raggiunto un furgone su cui viaggiavano i salentini e sulla rampa di decelerazione che dalla statale 106 immette sulla statale 7 Taranto-Brindisi e ostruendo parte del percorso hanno obbligato i veicoli prima a rallentare fino al punto di fermarsi per danneggiarli, come detto, con spranghe, catene e mazze da baseball. In quella stessa giornata, ma un’ora prima, i due tarantini erano stati fermati per un controllo dai carabinieri all’altezza dello svincolo che dalla Basentana consente di raggiungere la 106 ionica. I poliziotti, quindi, hanno analizzato attraverso il Gps dell’auto gli spostamenti del mezzo e hanno notato che l’orario dell’agguato coincideva con quello in cui l’auto degli ultras tarantini si trovava in quel luogo. Non solo. Uno dei due è stato indicato da una delle vittime dell’aggressione, ma senza la certezza assoluta. Su queste basi, l’avvocato Nevoli, ha sostenuto che non vi sono elementi certi che il suo assistito abbia preso parte alla spedizione punitiva: una tesi che ha convinto il giudice che nel suo provvedimento ha sostenuto che «non può escludersi, a dispetto degli elementi indiziari, che egli sia estraneo ai fatti» o che si tratti di un semplice «spettatore connivente al seguito degli assalitori», ma anche volendo ipotizzare che avuto un ruolo attivo in quei momenti «non potrebbe nemmeno genericamente descriversi la condotta individuale a lui soltanto addebitabile».
Al momento, quindi, restano i Daspo: le indagini tuttavia sono ancora in corso e potrebbero riservare nuove svolte investigative.