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Ex Ilva di Taranto, sindacati: «8 ore di sciopero il 20 ottobre»

 
Redazione online

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Taranto, l'ex Ilva allo Stato? Per gli ambientalisti non è la soluzione

L'ex Ilva di Taranto

Organizzata una manifestazione di protesta a Roma

Lunedì 09 Ottobre 2023, 12:59

13:00

TARANTO - Otto ore di sciopero il 20 ottobre di tutto il gruppo Acciaierie d’Italia e manifestazione a Roma: è questa la decisione che sarà votata dal coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm al termine dell’assemblea dei delegati in corso sotto il ministero delle Imprese e made in Italy. I sindacati intendono inviare anche una lettera a tutti i gruppi parlamentari per richiamare l’attenzione e l’impegno su «una vertenza nazionale».

Uilm: «Situazione grave, non bastano soluzioni tampone»

La situazione dell’ex Ilva di Taranto "è ai minimi termini, produce meno di 3 milioni di tonnellate di acciaio, è quasi spenta. Ci sono 3 mila lavoratori in cassa integrazione, l’indotto è in uno stato comatoso. La situazione è estremamente grave. Abbiamo deciso un programma di iniziative che non saranno conclusive finché il governo non prende atto di una situazione irreversibile» di fronte alla quale non servono "soluzioni tampone, occorre una decisione vera, forte che dia il segnale che lo Stato c'è». Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, in occasione dell’iniziativa con Fim e Fiom davanti alla sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy per l’assemblea pubblica dei delegati del gruppo Acciaierie d’Italia.

Fiom: «Azienda e Stato sono inadempienti»

«Siamo qui oggi per ottenere quello che fino ad oggi ci è stato negato dalla proprietà e dalle istituzioni. Noi abbiamo fatto un accordo nel 2018 di cui sono inadempienti la proprietà e lo Stato. Oggi l’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria non soltanto mette a rischio le condizioni ambientali ma anche di tutti gli impianti e la salute e la sicurezza dei lavoratori». Così il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, in occasione dell’assemblea dei delegati Fiom, Fim e Uilm dell’ex Ilxa davanti al Mimit. "Non siamo qui in assemblea solo per rivendicare il piano industriale ma anche per affrontare tutto il tema della transizione ecologica e per garantire i livelli occupazionali a partire dal mettere in sicurezza le persone e gli impianti», aggiunge De Palma.

Fim: «Serve un intervento straordinario»

«Ci devono essere margini di discussione e il tempo deve essere utilizzato bene, purtroppo il tempo non è neutrale perché se lasciamo la situazione in questo stato l’azienda sprofonda, i lavoratori vengono ancora più messi in cassa integrazione, non ci sono soldi per lavorare e le ditte di appalto vengono prese in ostaggio. La situazione è critica. Abbiamo bisogno di moltissime risposte e soprattutto che il governo decida con noi quale è il rilancio che deve avere Taranto e tutta la siderurgia italiana». Lo dice il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, dall’assemblea con Fiom e Uilm dei delegati ex Ilva davanti al Mimit. «Noi fermi non stiamo finché il governo non ci riconvoca. Ci sono rischi per il lavoro e per i lavoratori perché questa è un’azienda che non ha mantenuto nessuno dei suoi impegni presi a gennaio di quest’anno, non parlo degli ultimi 12 anni che sono ormai la storia di questa trattativa. Noi non lo possiamo tollerare e chiediamo un intervento straordinario al governo e che si costruiscano le scelte necessarie perché nei prossimi mesi ci siano più lavoro, meno cassa integrazione, più investimenti», rimarca Benaglia.

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