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Elmetti sottratti in Arsenale a Taranto: ufficiale dell’Arma nei guai

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Elmetti sottratti in Arsenale a Taranto: ufficiale dell’Arma nei guai

Il colonnello si era impossessato di 39 pezzi destinati al macero

Mercoledì 19 Luglio 2023, 10:46

TARANTO - La passione per le armi, i cimeli e tutto ciò che è antico ora rischia di essere un vero e proprio guaio per un alto ufficiale dei carabinieri.

Il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Natale ha infatti chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di un colonnello dell’Arma finito nel registro degli indagati per aver sottratto all’Arsenale militare di Taranto 39 vecchi elmetti destinati al macero: un prelievo dal valore economico decisamente irrisorio, ma che ora rischia di essere fonte di grandi grattacapi per l’ufficiale.

L’ipotesi di reato contestata dal pubblico ministero Natale è di peculato: dalla stessa accusa deve difendersi anche un dipendente civile dell’amministrazione difesa che avrebbe consegnato gli elmetti al militare. Sarà il giudice delle udienze preliminari Gianna Martino a esprimersi sulla richiesta avanzata dalla procura di avviare un processo nei confronti dei due imputati.

Subito dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, il difensore del dipendente civile, l’avvocato Franz Pesare, ha depositato una memoria nella quale ha spiegato la versione dei fatti e chiesto l’archiviazione delle accuse, ma evidentemente non è bastato a convincere il pm Antonio Natale a chiudere la vicenda.

L’avvocato Pesare, nelle scorse udienze, ha chiesto per il suo cliente il giudizio abbreviato sostenendo la «buona fede» del suo assistito nel consegnare gli elmetti al colonnello, ma soprattutto ha spiegato che quei pezzi di uniforme del passato non solo erano classificati “rottami d’acciaio” ma erano destinati alla distruzione e possedevano un valore di soli dieci centesimi ciascuno. Quei pezzi, infatti, facevano parte di un carico che comprendeva 1800 elmetti del valore totale di circa 180 euro. Non solo. Il dipendente civile ha raccontato che quei pezzi erano da anni abbandonati in un magazzino, coperti da escrementi di volatili e quindi in alcun modo riteneva di commettere un illecito consegnando quegli elmetti al militare.

L’inchiesta tarantina, però, nasce da un’indagine partita dalla procura di Bologna e riguarda episodi avvenuti fino a 2020. Il colonnello, infatti, rivestiva un incarico nel territorio bolognese ed è agli inquirenti emiliani che sarebbe arrivato un esposto particolarmente dettagliato sui numerosi viaggi fatti dal militare per servizio, durante i quali avrebbe unito l’utile al dilettevole: negli spostamenti fatti per ragioni di servizio, infatti, il colonnello organizzava anche visite a basi militari dalle quali avrebbe preso altri oggetti militari ormai abbandonati.

Nell’informativa fatta dai suoi colleghi nel corso delle indagini, inoltre, emerge che l’ufficiale aveva già avuto in passato guai giudiziari per lo stesso motivo: dopo una condanna in primo grado, però, era stato assolto in appello. Ora dall’inchiesta di Bologna è stata stralciata la parte dei fatti commessi nel tarantino e inviato tutto al tribunale ionico che nei prossimi mesi dovrà decidere se mandare l’ufficiale a giudizio o meno. Altre accuse, invece, sono rimaste in piedi a Bologna e si esprimeranno i magistrati emiliani.

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