TARANTO - Otto vittime in quattro anni, un vero e proprio «serial stalker». Violenza sessuale, minacce, attentati incendiari e soprattutto atti persecutori nei confronti delle donne, ma non solo. È tarantino, ha 43 anni ed era impiegato in un istituto bancario: dal 2018 ha collezionato una serie di denunce e processi. Dopo un periodo in carcere, ora è agli arresti domiciliari in attesa che si concludano i numerosi procedimenti aperti dalla procura contro di lui. La prima vittima, come spesso accade, è stata la ex moglie e poi anche i familiari e persino gli avvocati. E ancora donne che hanno avviato con lui una relazione e uomini avuto la disgrazia di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Pochi giorni fa nei suoi confronti è stata emessa una condanna di primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Non è la prima che annovera nel suo curriculum giudiziario: per uno dei tanti procedimenti penali in corso aveva infatti già rimediato una pena a 1 anno e 8 mesi di reclusione. I suoi fascicoli sono passati per le mani di quasi tutti i pubblici ministeri di Taranto. Tutto è cominciato con la denuncia della ex moglie che, esasperata dalle continue violenze, fisiche e psicologiche, aveva trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine. Dal racconto della donna è emerso che quando era incinta era stata costretta a sottostare alle regole che lui imponeva: «dovevo fare quello che voleva lui, altrimenti avrei subito le peggiori conseguenze». Offesa e maltrattata quasi quotidianamente, era umiliata dall’allora marito che la definiva «una nullità come donna e senza di lui non sapevo fare nulla». La fine di quella relazione ha fatto esplodere la sua follia. La ex moglie è stata bersaglio continuo di chiamate e messaggi minatori. Non solo. Il 43enne chiedeva continuamente denaro e palesava ritorsioni: «Se non me li dai ti faccio appizzicare la macchina». In un’occasione le avrebbe mostrato anche una pistola accompagnata con una frase inquietante «questa pistola può fare molto male». Per controllarla aveva anche installato una videocamera sulla recinzione del condominio.
La sua rabbia si manifestava spesso anche contro i familiari della donna: come quando ha strappato il figlio dalle braccia della suocera che, colpita da malore, è finita in ospedale. La stessa ira incontrollabile, inoltre, l’ha manifestata anche con altre donne con cui avrebbe avviato relazioni dopo la separazione dalla moglie. Diverse sono quelle che lo hanno denunciato per le stesse ragioni: atti persecutori iniziati dopo la fine della storia. Una di loro ha denuncia di aver ritrovato un gps posizionato sotto la sua autovettura. Le ritorsioni, poi, sono state scagliate anche contro familiari delle sue ex, conoscenti, persino uomini che aveva ipotizzato fossero amanti delle sue partner.
Secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe istigato un 18enne a dare fuoco all’auto di un parente della sua ex. In quell’attentato, però, qualcosa andò storto: le fiamme raggiunsero anche altri veicoli vicini e lo stesso ragazzino rimase ferito. Fermato dagli investigatori svelò tutto coinvolgendo il 43enne nella vicenda. Anche gli avvocati che assistevano le sue ex sarebbero finite, secondo la procura, nel suo mirino: alcune avrebbero ricevuto mail minatorie da un fantomatico «Nuovo ordine» in cui erano scritte frasi come «Vi siamo più vicini di immaginate» oppure «Nulla ci sfugge di voi, nemmeno per un secondo».
Alle numerose denunce sono seguiti diversi provvedimenti: come gli ammonimenti della Questura, che però non hanno spaventato il 43enne che ha continuato a perseguitare quelli che riteneva i suoi nemici. Poi sono arrivate le misure di custodia cautelare, anche in carcere. Infine è stata la Corte d’appello salentina a emettere una misura di prevenzione dichiarando l’uomo socialmente pericoloso.
Nel documento, i giudici parlano di «una personalità violenta, prevaricatrice ed insensibile» e di «condotte aggressive e violente, oltre che minacciose» che dipingono «in termini particolarmente negativi la personalità dell'indagato. Ora sono arrivate anche le prime contratte, ma anche diversi altri processi si avviano alla conclusione. Il cumulo di eventuali condanne potrebbe porre fine alle violenze dello stalker seriale.