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Lavori alla scuola «Alfieri» di Taranto: il Comune rescinde il contratto

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Lavori alla scuola «Alfieri» di Taranto:  il Comune rescinde il contratto

All'azienda aggiudicatrice dell'appalto viene contestata la cessione di ramo d’azienda. Gli interventi dovrebbero essere portati a termine dalla seconda classificata

Venerdì 30 Giugno 2023, 13:15

TARANTO - Lavori alla scuola «Alfieri», il Comune di Taranto rescinde il contratto con l’impresa che si era aggiudicata la gara di appalto. A questo punto, una volta terminata la verifica dei requisiti, i lavori (per un importo pari a 1,7 milioni di euro) dovrebbero essere portati a termine dall’azienda che si era piazzata al secondo posto nelle valutazioni effettuate dalla commissione che, a sua volta, aveva esaminato le offerte presentate.

Ma, esattamente, cos’è accaduto? Per saperlo, infatti, basta leggere il provvedimento firmato dalla dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Taranto che ha dato il via libera alla risoluzione del contratto di appalto dei lavori di adeguamento sismico dell’istituto comprensivo “Vittorio Alfieri” in corso Italia a Taranto stipulato, con la ditta aggiudicataria Pamef appalti srl di Tito Scalo (comune in provincia di Potenza) nel novembre del 2020 per «sopravvenuta decadenza - si riporta testualmente - dell’attestazione di qualificazione rilasciata dalla Soa Mediterranea Spa e per per l’avvenuta variazione del contratto di appalto in corso di validità, senza richiesta di preventiva autorizzazione».

In particolare, la società Pamef Appalti srl, attraverso la cessione del ramo d’azienda formalizzatasi il 30 novembre dell’anno scorso, di fatto, girava il contratto stipulato con il Comune di Taranto alla società Volturno srl «ma senza - sottolinea la dirigente comunale - la preventiva autorizzazione del Responsabile unico del procedimento (Rup), così come previsto dal Codice degli appalti del 2016 e dall’articolo 1406 del Codice civile in base al quale “ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive, se queste non sono state ancora eseguite, purché l'altra parte lo consenta“».

Per la cronaca, il progetto del Comune aveva un importo a base di gara di 2 milioni 162mila euro e la durata presunta degli interventi, invece, oscillava intorno ai 1050 giorni (praticamente tre anni). L’appalto, finanziato con 700mila euro di fondi ottenuti dal ministero dell’Istruzione e da ulteriori 2 milioni di euro accesi con un mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti si proponeva di risolvere le problematiche strutturali dell’edificio scolastico emerse dopo una verifica di vulnerabilità sismica seguite alle indagini e rilievi architettonici e strutturali, alle prove di laboratorio, distruttive (come si dice in gergo tecnico) e non.

In questo contesto, era stata evidenziata la necessità di eseguire un intervento di adeguamento sismico dell’immobile. Che, se i lavori fossero stati portati a termine dall’impresa aggiudicataria del bando di gara, avrebbe fatto ricorso ad una soluzione tecnologica innovativa. Il riferimento è al cosiddetto cappotto sismico, che sarebbe stato applicato all’esterno del fabbricato per dotarlo così di una nuova struttura - se così si può dire - sismo - resistente, costituito da una lastra sottile in calcestruzzo armato gettato in opera all’interno di due strati di materiale isolante personalizzabile. E questo consentirebbe di sfruttare al massimo il rapporto benefici - costi e di ottenere sia la messa in sicurezza sismica che l’efficientamento energetico dell’edificio scolastico secondo le normative vigenti.

Inoltre il progetto prevede di realizzare opere cosiddette di antisfondellamento, mettendo in sicurezza i solai dell’intera struttura scolastica dal potenziale pericolo di crolli, nonché la sostituzione di infissi e serramenti esterni ormai vetusti e non più a norma.

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