TARANTO - Comincerà il prossimo 2 ottobre il processo nei confronti di alcuni dirigenti dell’ex Ilva finiti nell’inchiesta per la morte del piccolo Lorenzo Zaratta, bimbo di soli 5 anni, ucciso il 30 luglio 2014 da un «astrocitoma» e divenuto simbolo della lotta all’inquinamento a Taranto.
È stata la corte d’appello di Taranto ad accogliere il ricorso del pubblico ministero Mariano Buccoliero e dei genitori di Lorenzo assistiti dall’avvocato Leonardo La Porta dopo il proscioglimento del tribunale: «Abbiamo la pistola fumante che non solo giustifica un processo, ma addirittura una condanna» aveva scritto il pm Buccoliero nel ricorso presentato a novembre scorso.
Un’impugnazione di 30 pagine nelle quali il magistrato aveva spiegato perché, nei confronti di soli sei dirigenti, è necessario avviare un processo che faccia luce sulla malattia che ha ucciso il piccolo Lorenzo. Gli accertamenti svolti dai consulenti dell’avvocato La Porta che assiste la famiglia di Lorenzo, avevano documentato la presenza di ferro, acciaio, zinco e persino silicio e alluminio nel cervello del piccolo Lorenzo e proprio in quelle zone si sono sviluppate masse tumorali: la questione, secondo il rappresentante dell’accusa, quindi, non è valutare se l’esposizione ambientale possa aver generato un tumore, ma che quelle sostanze ritrovate lo abbiano generato. La tesi ha evidentemente fatto breccia nei giudici della Corte d’appello che hanno disposto l’avvio del processo per accertare le eventuali responsabilità degli imputati nella morte di Lorenzo.
Alla sbarra sono finiti Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento Ilva fino al 3 luglio 2012 e l'ex responsabile dell’Area Parchi Minerali Marco Andelmi, il capo dell’Area Cokerie Ivan Di Maggio, il responsabile dell’Area Altiforni Salvatore De Felice, i capi delle due Acciaierie Salvatore D’alò e Giovanni Valentino. A breve la corte d’appello dovrebbe pronunciarsi anche per il ricorso contro l’assoluzione del responsabile dell’Area Agglomerato Angelo Cavallo: per l’unico imputato che aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato, l’accusa aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi.