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Taranto: ora nel risiko delle nomine finiscono le partecipate

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Rinaldo Melucci, Taranto

L'orientamento del sindaco Melucci sembra essere quello di cambiare non solo i vertici societari, ma anche parte dei consigli di amministrazione

Domenica 11 Giugno 2023, 12:48

12:49

TARANTO - Nel risiko delle nomine che, in questi giorni, il sindaco Melucci sta per mettere in moto, finiscono anche le aziende partecipate.

Da quel che risulta alla Gazzetta, l’orientamento di Rinaldo Melucci sembra essere quello di cambiare non solo i vertici societari, ma anche parte dei consigli di amministrazione. Il primo cittadino, infatti, vorrebbe dare un segnale (forte) all’opinione pubblica di cambiamento e di discontinuità nella continuità. E anche in questo caso si può riproporre quello che si è già teorizzato per il totoassessori ovvero se il sindaco potesse politicamente farlo indicherebbe alla guida delle aziende dei tecnici e non personalità strettamente legate alla politica e ai partiti.

Bisognerà, quindi, verificare quanto terreno di gioco riuscire ad occupare Melucci nelle trattative che, prima o poi, inizieranno. Al momento, però, se ci si dovesse sbilanciare in una scommessa (mai farlo in politica, si perde sempre) sembra più quotata l’ipotesi che vedrebbe alla presidenza delle tre ex municipalizzate amministratori indicati o quantomeno concordati con i gruppi consiliari della maggioranza di centrosinistra.

E, dunque, attualmente si possono avanzare solo opzioni tutte attese poi alla prova dei fatti che, peraltro, si concretizzeranno entro fine mese contestualmente alle assemblee dei soci. Ecco, tra i tre attualmente in carica quelli che sembrano correre maggiori rischi sarebbero i massimi responsabili di Amat (Alfredo Spalluto) e di Infrataras (Adriano Minetola). Almeno per ora e almeno per i prossimi tre - quattro mesi dovrebbe rimanere ancora in sella il «numero uno» dell’Amiu, Giampiero Mancarelli. Che, nonostante le numerose critiche ricevute da sindacalisti e da politici e nonostante la difficile situazione economico - organizzativa dell’azienda d’igiene, rimarrebbe provvisoriamente al suo posto. Il sindaco gli concederebbe altro tempo per definire il nuovo contratto di servizio con il Comune, ma anche (se non soprattutto) per elaborare il tanto atteso piano industriale necessario per riorganizzare Kyma Ambiente. I primi due, invece, ovvero Spalluto e Minetola, rischierebbero di saltare in virtù dei nuovi equilibri politici definitisi dopo le continue evoluzioni dei gruppi consiliari di maggioranza.

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