TARANTO - Per il secondo anno consecutivo si accendono i riflettori sul progetto Faros, il percorso di accelerazione dedicato alle startup e giovani imprese innovative che operano nell’ambito della Blue Economy.
Ieri preso il Dipartimento universitario ionico di UniBa (partner istituzionale del progetto) si è aperta la seconda Call for startup di Faros, l’acceleratore dedicato proprio alla Blue Economy nato nel 2021 per promuovere in Italia un’economia del mare a sostegno dello sviluppo sostenibile.
Faros, come spiegato nel corso dell’iniziativa che si è tenuta ieri nell’aula magna dell’università, è parte della rete nazionale acceleratori Cdp, il network di acceleratori fisici sul territorio italiano focalizzati nei distretti più innovativi per aiutare la crescita di startup specializzate negli ambiti ad alto potenziale di mercato. Primo acceleratore in Italia dedicato a questo settore, Faros è nato su iniziativa di Cdp venture capital sgr in collaborazione con l’autorità di sistema portuale del Mar Ionio-Porto di Taranto ed è gestito da a|cube;, acceleratore di imprese ad impatto sociale e ambientale e dal local manager Wylab con il supporto strategico di PortXL, acceleratore di Rotterdam leader nel settore maritime.
Faros inaugura la seconda edizione ampliando la propria presenza sul territorio: all’Hub di Taranto, consolidatosi durante la prima edizione del programma, si aggiunge l’Hub di La Spezia. I due Hub accoglieranno le startup durante il percorso di accelerazione e saranno focalizzati su ambiti tematici differenti e affini alle vocazioni del territorio. Le attività dell’Hub di Taranto sono svolte grazie alla collaborazione con l’Autorità di sistema portuale del mar Ionio e al supporto dei main partner: Intesa Sanpaolo e Acciaierie d’Italia, le partnership istituzionali del Comune di Taranto, della Camera di Commercio di Taranto e - appunto - dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
«Questo progetto - ha spiegato il professor Paolo Pardolesi, direttore del Dipartimento universitario ionico - è un’occasione preziosa, possiamo definirlo quasi un ponte per unire il mondo accademico a quello imprenditoriale. Qui grazie a Faros abbiamo la possibilità di sfruttare l’acceleratore di start up per far decollare le idee anche dei nostri studenti. Noi puntiamo molto su questa opportunità. Spesso in università ci sono ragazzi e ragazze che hanno idee bellissime che vanno trasformate nella pratica in imprese. Ecco questo fa Faros». Lo scorso anno, su 120 candidature, sono state 7 le imprese seguite da Faros. «L’ecosistema dell’innovazione nello scalo ionico - ha sottolineato il presidente dell’Authority Sergio Prete - è sempre più presente nei percorsi di open innovation e rivela un forte potenziale di crescita e dinamicità nel panorama nazionale e internazionale. Attraverso Faros, il porto di Taranto risulta essere un importante volano d’attrazione per le più interessanti startup della Blue Economy. È un percorso di cambiamento rilevante».