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Picchi di benzene a Taranto, torna l'incubo delle leucemie infantili

Picchi di benzene a Taranto, torna l'incubo delle leucemie infantili

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Picchi di benzene a Taranto, torna l'incubo delle leucemie infantili

La relazione Asl che ha motivato l’ordinanza del sindaco Melucci: «Rischi aumentati per l’esposizione al benzene»

Mercoledì 24 Maggio 2023, 08:22

TARANTO - «L'esposizione al benzene determina un aumentato rischio di leucemie infantili». È uno dei passaggi più significativi della relazione che l’Asl di Taranto ha inviato al sindaco Rinaldo Melucci e che ha spinto il primo cittadino a emettere la nuova ordinanza che impone ad Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria di trovare entro 30 giorni soluzioni per ridurre le emissioni di benzene oppure spegnere gli impianti dell’area a caldo entro i prossimi due mesi. Un documento in cui l’azienda sanitaria ionica ha fornito a Melucci dati e numeri che lo stesso sindaco ha definito «evidenze chiare rispetto al rischio per la popolazione» sui danni generati dal benzene «anche se al di sotto dei limiti di legge».

Nella relazione l’Asl di Taranto ha ribadito l’urgenza di «ridurre nettamente i livelli di benzene in aria» perché l'esposizione dei tarantini agli attuali livelli di concentrazione dell'inquinante, anche se formalmente nei limiti di legge, «non può garantire, secondo le evidenze scientifiche, l'assenza di effetti avversi sulla salute umana». Non solo. Per i bambini l’aumento dei valori di benzene da 1 microgrammo al metrocubo a una concentrazione di 5 microgrammi «determinerebbe - scrive l’Asl - un eccesso di rischio relativo circa del 250 per cento».

Insomma anche sotto la soglia di 5 microgrammi al metrocubo, limite di legge valido oggi in Italia, il rischio di sviluppare malattie esiste. Soprattutto nei bambini. Secondo quanto riportato nel sesto studio Sentieri, pubblicato lo scorso febbraio, si legge che è «evidente come il rischio aggiuntivo di sviluppare una leucemia per i bambini inizi ben al di sotto del limite normativo di 5 microgrammi, in particolare se si considera la leucemia mieloide acuta ovverosia - specifica l’Asl - la tipologia di leucemia maggiormente associata all'esposizione al benzene».

Lo Iarc, lnternational Agency for Research on Cancer, ha classificato il benzene come un cancerogeno di «classe 1», cioè una sostanza «certamente in grado di causare la comparsa di cancro nell'essere umano». Il documento parla di «leucemia mieloide negli adulti», ma anche di «un'associazione tra esposizione a benzene e linfomi non Hodgkin, leucemia linfoide cronica, mieloma multiplo, leucemia mieloide cronica, cancro del polmone e leucemia mieloide acuta nei bambini». Ed è per questo che l'Oms ha chiarito che non possono essere «raccomandati livelli sicuri di esposizione» e alcuni Paesi che hanno ridotto il limite di concentrazione annuale: come la Francia, la Svezia la Scozia, Malta, l’Irlanda del Nord che hanno fissato il valore annuale tra 2 e 3,5 microgrammi per metro cubo.

A Taranto, dove Acciaierie d’Italia sostiene di rispettare il limite di 5 microgrammi, le concentrazioni di benzene sono triplicate dal 2018 al 2022. È stata Arpa Puglia, a gennaio scorso, a scrivere una nota all’azienda nella quale chiedeva di intraprendere misure per ridurre le emissioni.

Come la Gazzetta aveva raccontato, infatti, la media dei primi 11 mesi del 2022 nella stazione di rilevamento «via Orsini» al quartiere Tamburi, il valore medio delle rilevazioni tra gennaio e novembre 2022 è pari a 3,3 microgrammi per metrocubo, superiore alle medie annue dal 2019 fino al 2021. All’interno della fabbrica, invece, i numeri sono ben più alti: nei primi 11 mesi del 2022 la stazione Cokeria ha registrato un valore medio di 33,2 microgrammi per metrocubo, valore quasi doppio rispetto al 2019.

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