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Ex Ilva di Taranto, le associazioni chiedono aiuto a Mattarella

Ex Ilva di Taranto, le associazioni chiedono aiuto a Mattarella

 
Redazione online

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Taranto, l'ex Ilva allo Stato? Per gli ambientalisti non è la soluzione

L'ex Ilva di Taranto

Il «Coordinamento ambientale» contro il decreto che prevede lo scudo penale per i gestori. Flash mob sui social dei «Genitori tarantini»

Venerdì 03 Marzo 2023, 14:18

16:02

TARANTO - Il «Coordinamento ambientale Taranto», a cui aderiscono dieci associazioni, esprime «profonda indignazione per la conversione in legge del Decreto Legge 2/2023» sull'ex Ilva. Norma che, ad avviso del coordinamento «garantisce l'immunità penale per i gestori del Siderurgico» e «rappresenta un’aggressione allo stato di diritto ed alla giustizia italiana».

La nota è condivisa anche da Europa Verde-Verdi Taranto e da Rosa D’Amato, europarlamentare Greens/Efa. Secondo il cartello di associazioni, «il governo discrimina Taranto e i suoi abitanti creando leggi ad hoc a tutela dei gestori dell’industria inquinante benchè siano noti i gravi danni alla salute ed all’ambiente causati dalle emissioni del siderurgico. Questa legge priva alcuni cittadini italiani del principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione Italiana. Questa legge solleva lo Stato dall’obbligo di tutelare la salute dei propri cittadini». «È - insiste il Coordinamento Ambientale - l'ennesimo insulto alla memoria delle innumerevoli vittime dell’inquinamento e delle loro famiglie. Taranto è stata definita dall’Onu come "zona di sacrificio", poichè vengono violati i diritti umani a causa di un inquinamento devastante per la salute e l’ambiente. La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha più volte condannato l’Italia per non aver protetto i cittadini di Taranto dall’inquinamento dell’ex Ilva ed aver violato il loro diritto al rispetto della vita privata e familiare».

Le associazioni hanno scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella «affinchè si avvalga dell’articolo 74 comma 1 della Costituzione. Tale articolo - spiegano - prevede che il presidente della Repubblica possa esercitare il proprio veto sulle leggi approvate dal Parlamento che contravvengono alla Costituzione o ai principi fondamentali dell’ordinamento giuridico». 

 Su Facebook e Instagram, poi, è stato lanciato il flashmob #noalloscudopenale, ideato dalla rubrica «Ma io come campo», in cooperazione con l’associazione «Genitori Tarantini» per chiedere al presidente Mattarella di non firmare il nuovo decreto «salva-Ilva».

Si tratta di una «iniziativa dal basso - spiegano gli organizzatori - la cui autrice è una cittadina 27enne della provincia di Taranto, Carmen Zaira Torretta, che, accolta dalla presidente dell’associazione «Genitori Tarantini», Cinzia Zaninelli, ha stimolato la voce della popolazione tarantina in direzione corale e con essa chiesto instancabilmente giustizia sociale, ambientale, ecologica e climatica per Taranto».

«Ma io come campo a Taranto se il dl viene approvato?": è questa la domanda che numerosi cittadini, compresi genitori di bambini morti per malattie che gli stessi ritengono collegate alle emissioni dell’ex Ilva, hanno rivolto con brevi messaggi video al presidente della Repubblica. «Sono Andrea - dice un bambino di dieci anni affetto da una malattia rarissima, unico caso in Italia e otto nel mondo - e voglio diventare grande».

«Dobbiamo mettere in salvo il pianeta e le nuove generazioni», ha affermato la presidente dei Genitori Tarantini. «Sono state tante - concludono gli ideatori del flashmob - le dichiarazioni di denuncia e di speranza. Siamo cittadini sovrani e solo la cooperazione può portare infine a risultati positivi. Forza Taranto». 

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