MARTINA FRANCA - Al cantiere dell’ospedale si attende che vengano completati i lavori per la realizzazione della terza sala operatoria, per la quale mancano solo gli allestimenti. Ma più atteso di tutti resta il completamento della rianimazione, per la quale è in corso la fase dei collaudi e l’allestimento di alcune attrezzature medicali. Quello che serve ora è il personale medico e infermieristico per garantire le attività.
Il consigliere regionale Giacomo Conserva, nei giorni scorsi, ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale proprio per conoscere lo stato della pianta organica del nosocomio martinese, soprattutto relativamente alla disponibilità di medici rianimatori e anestesisti, oltre che personale infermieristico.
Conserva chiede di conoscere «quali misure intendano attuare al fine di reclutare le unità di medici anestesisti e rianimatori attualmente mancanti e la cui carenza impedisce alla struttura di intervenire in sicurezza nei casi in cui sia necessaria la presenza di tali figure professionali, limitando al minimo l’erogazione di prestazioni sanitarie per le quali sia richiesta l’opera dei suddetti medici specializzati».
Nel documento Conserva evidenzia che: «il presidio ospedaliero “Valle d’Itria” di Martina Franca costituisce uno dei quattro punti strutturati di assistenza sanitaria presenti nel territorio ionico e soddisfa le esigenze non solo della popolazione residente nei Comuni che rientrano in quell’ambito, ma anche dell’alto numero di visitatori che frequentano la zona, soprattutto nei mesi estivi. È purtroppo cosa nota la precaria situazione che il presidio ospedaliero sta attraversando, anche a seguito della mancata attuazione della riforma sanitaria, a causa della carenza di personale sanitario, e medico nello specifico, condizione che ha determinato, nel corso degli anni, la chiusura di alcuni reparti e il mal funzionamento di altri».
L’attivazione dei sei posti letto della Rianimazione consentirà al presidio ospedaliero della “Valle d’Itria” di erogare prestazioni assistenziali anche in situazioni altamente critiche e complesse, evitando così il trasferimento dei pazienti in altre strutture. Una struttura che Martina attende da tempo e pronta a diventare un punto di riferimento per l’intero bacino della Valle d’Itria, essendo l’ospedale martinese geograficamente strategico, in quanto posto a cavallo dei territori provinciali di Taranto, Bari e Brindisi.
La carenza di medici si registra in tutta Italia ed è stata essenzialmente generata dalla disposizione del numero programmato per l’accesso alla facoltà di medicina e chirurgia introdotto negli anni ‘90 perché c’erano troppi medici rispetto al fabbisogno e che erroneamente è stato mantenuto per 30 anni, fino a che non è arrivato il Covid a svegliare tutti. Così due anni fa è stato quasi raddoppiato il numero degli iscritti alla facoltà e triplicate le borse di specializzazione. Ma perché se ne vedano gli effetti occorre tempo, e se la punta dell’iceberg è quella dell’emergenza urgenza, la carenza è ben visibile ora anche tra i medici di famiglia. Una situazione che non migliorerà nei prossimi anni.