TARANTO - Se un tempo ci si chiedeva quante anime contasse una comunità parrocchiale, oggi bisognerebbe chiedersi quanti chilowatt consuma. Hanno scherzato così Don Ciro Alabrese, parroco della Concattedrale Gran Madre di Dio, e i suoi confratelli, che tra luglio e agosto hanno dovuto pagare quasi 11mila euro di bollette per l’energia elettrica. «Considerate che nel bilancio 2021 noi abbiamo speso circa 18mila euro solo di energia elettrica -dice il parroco. In due mesi siamo oltre la metà del totale dello scorso anno».
La Concattedrale, progettata dal celebre architetto Gio Ponti, è la più grande Chiesa di Taranto ed è in grado di ospitare tremila persone. «Come tutte le famiglie italiane, abbiamo sperimentato anche noi un incremento notevole perché con 108 chilowatt da impegnativa, abbiamo avuto una bolletta da 5.190 euro a luglio e 5.600 euro ad agosto -racconta don Ciro. Siamo stati costretti a non utilizzare più la climatizzazione durante le celebrazioni e ad utilizzare la luce naturale. Nella chiesa superiore Gio Ponti ha fatto un grandissimo lavoro di architettura e quindi accendiamo soltanto i microfoni durante le messe che celebriamo al mattino, la sera necessariamente accendiamo un po’ di luce, ma di meno».
Nel 2020 la Chiesa ha compiuto 50 anni, oggi sono ne passati 52 da quel 6 dicembre del 1970 quando Mosignor Guglielmo Motolese, che la volle fortemente, l’ha consacrata. «Ho pensato: due facciate. Una, la minore, salendo la scalinata, con le porte per accedere alla chiesa. L’altra, la maggiore, accessibile solo allo sguardo e al vento: una facciata per l’aria, con ottanta finestre aperte sull’immenso, che è la dimensione del mistero» disse Ponti parlando della sua opera. Oggi questa frase assume tutto un altro sapore pensando ai sacrifici che serviranno per illuminare la bellissima vela.
«Un aspetto importante che mi piace ribadire è la trasparenza - dice don Ciro. Come dovrebbe accadere in tutte le parrocchie, i parrocchiani sanno mensilmente quello che accade perché pubblichiamo il bilancio con l’estratto conto, tutto quello che entra e che esce con tutte le spese». Effettivamente all’ingresso della Chiesa si po’ trovare il bilancio della parrocchia, accanto alle due salatissime bollette. «Devo dire che questa scelta è stata sempre vincente perché tutti sono informati. Anche per quanto riguarda le offerte, fino ad ora noi siamo stati tranquilli perché utilizziamo il criterio della trasparenza e della responsabilità».
La Concattedrale non ha le tariffe per le celebrazioni come battesimi, matrimoni e messe, «chi viene sa che c’è un’offerta libera che possono lasciare. Fino ad ora tutto questo ci ha garantito di coprire le spese». Ma ora come faranno a pagare? Certo i parrocchiani hanno fatto delle offerte, ma c’è di più: «risparmi personali, con i parroci ci siamo chiesti cosa facciamo. Magari non prendiamo la quota che dovrebbe essere riservata per il parroco. Come farebbe un padre di famiglia, la bolletta di luglio l’ho pagata con i miei risparmi» racconta il don.
«Però devo dire che l’aspetto più interessante è che, certo risparmiamo sull’energia elettrica, ma non faremo sconti sulla carità». Un aspetto che stanno condividendo come comunità. La Caritas parrocchiale segue più di 60 famiglie, mentre più di 200 sono seguite dall’associazione Amici di Manaus e poi c’è anche il centro per i migranti. «Devo dire che non vogliamo tirarci indietro come comunità cristiana, anche perché la realtà ci presenta sempre più famiglie che ci vengono a chiedere una mano».