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Taranto, il pm chiede sei condanne per la costruzione del «Tartarugaio»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, sequestro Tartarugaio

Ieri la requisitoria del pubblico ministero Bruschi. Sotto accusa la progettazione della struttura nella città vecchia

Martedì 10 Maggio 2022, 12:08

TARANTO - Si è chiusa con la richiesta di sei condanne la requisitoria del pubblico ministero Enrico Bruschi nei confronti dei sei imputati a processo per le presunte violazioni commesse nella progettazione del «Tartarugaio», la struttura costruita ormai oltre un decennio fa in una zona sottostante la cosiddetta «Ringhiera» di corso Vittorio Emanuele nella Città vecchia di Taranto.

Il pm Bruschi, dopo aver chiesto l’estinzione per intervenuta prescrizione di due dei tre reati contestati, ha avanzato la richiesta di condanna a 1 anno e 6 mesi per gli imputati: si tratta dell’architetto Antonio Liscio, originario responsabile unico del procedimento e già dirigente della direzione risanamento Città vecchia del Comune, Cosimo De Leonardis dirigente della direzione risorse del mare del Comune e co-autore del progetto «l’isola dei delfini», i funzionari comunali Pasquale Manfreda e Antonio Mancini, l’ingegner Gianfranco Tonti progettista della prima e della seconda variante, e infine l’architetto dirigente comunale Silvio Rufolo.

La prescrizione è intervenuta per la violazione del codice della navigazione dato che l’edificio sarebbe stato costruito mediante la realizzazione di una nuova colmata che, secondo l’accusa iniziale, violava la concessione demaniale rilasciata dall’Autorità portuale nel 2005. Prescritta anche l’accusa di violazione del testo unico sull’edilizia del 2001. Le richieste di condanna sono state avanzate dal magistrato per l’accusa secondo cui l’opera sarebbe stata progettata e approvata in assenza di qualunque autorizzazione paesaggistica.

L’immobile, di proprietà del Comune di Taranto, fu sequestrato il 2 luglio 2013 dalla Guardia di Finanza: il provvedimento fu convalidato dal giudice per le indagini preliminari Vilma Gilli e da allora nessuno dei diversi tentativi di ottenere il dissequestro è andato a buon fine. Le indagini furono chiuse nell’ottobre 2013 e, dopo l’udienza preliminare, il processo partì nell’aprile 2015. Tra cambi di giudice, covid e varie ragioni di rinvio a distanza di sette anni dalla sua partenza, il giudizio di primo grado è giunto alle sue fasi finali. Nell’udienza di ieri ha preso la parola anche l’avvocato Massimo Saracino che assiste il Comune di Taranto, costituito parte civile. Nelle prossime udienze la parola passerà al collegio difensivo composto, tra gli altri dagli avvocati Vincenzo Vozza, Franco De Feis, Piero Relleva Massimo Tarquinio ed Eligio Curci. Chiuse le discussioni difensive, il giudice emetterà la sentenza.

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