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Manduria, svolta depuratore e ora si guarda al «Parco dell’Acqua»

 
Piero Bacca

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Piero Bacca

Manduria depuratore

Il sindaco Gregorio Pecoraro: «Nascerà un’oasi naturale con un lago e un sistema boschivo»

Domenica 24 Aprile 2022, 10:53

MANDURIA - Un primo importante passo verso la sostenibilità ambientale. Un traguardo che segna l’inizio di un cambiamento radicale nella gestione dei reflui e che anticipa la creazione di un vero e proprio “Parco dell’Acqua” nel territorio di Manduria. «Con l’approvazione della variante di destinazione urbanistica dell'area di masseria Marina, dove saranno realizzate le trincee drenanti a servizio del nuovo depuratore, abbiamo voltato pagina», commenta il sindaco Gregorio Pecoraro. Un moto d’orgoglio, all’indomani del voto con cui il Consiglio comunale ha deliberato la variante. Per l'Acquedotto un necessario semaforo verde, che ha però sollevato perplessità e critiche da parte dell’opposizione e di alcuni gruppi di ambientalisti.

«Con la realizzazione delle nuove opere - fa sapere Pecoraro - il primo concreto risultato sarà il completo allacciamento di Manduria e la soluzione definitiva al drammatico problema della carenza della fognatura del centro abitato, nelle periferie e nelle marine, con i gravissimi rischi di salute pubblica che questo comporta». Un vantaggio che si tradurrà anche in una maggiore qualità dell’offerta turistica. Ma c’è un altro aspetto. L’intervento progettuale eviterà i possibili contraccolpi finanziari legati alla procedura di infrazione dell’Ue per lo scarico dei reflui del depuratore in falda, che oggi avviene attraverso una voragine naturale.

L’approvazione della variante allarga le prospettive. L’amministrazione guarda già alla creazione di un “Parco dell’Acqua”, che arricchirà il territorio anche dal punto di vista naturalistico. Tra i modelli di riferimento il sistema disperdente di fitodepurazione del depuratore di Melendugno più volte premiato da Legambiente. «Ed ora è il tempo di Manduria», annuncia il sindaco. Dei 6 ettari interessati dalle opere ben 5 saranno utilizzati per realizzare un’area umida, in cui la vegetazione si fonderà con l’acqua contribuendo l’una al miglioramento dell’altra, in modo da creare l’habitat ideale per richiamare una grande quantità di specie faunistiche e costituire un’ “oasi naturale”. «Ci sarà un bacino di fitodepurazione con funzione di ulteriore finissaggio delle acque reflue - spiega Pecoraro - ed un bacino di accumulo, vale a dire un vero e proprio lago di circa 6mila metri quadri per riutilizzi plurimi dell’acqua. Accanto anche un sistema boschivo con un’area più piccola e una più grande denominata “Parco mediterraneo” con lecci, lentisco e corbezzolo. Nel restante ettaro ci saranno le dodici vasche disperdenti scavate nella calcarenite naturale, così da rilasciare in modo lento e controllato le acque affinate».

Il nuovo impianto consentirà anche il riuso a fini irrigui in agricoltura. Al massimo della sua potenzialità sarà in grado di fornire (da marzo a settembre) sino a 10mila metri cubi di acqua al giorno, disponibili nelle aree del consorzio di bonifica dell’Arneo, che ha già dato la sua disponibilità a ricevere questo enorme volume di acqua, pari ad oltre 1,7 milioni di litri all’anno. L’atto finale - dopo l’avvio del depuratore, delle vasche naturali e la creazione del Parco dell’Acqua - sarà la realizzazione della rete idrica e fognaria in tutte le marine di Manduria, eliminando fosse imhoff e scarichi di acque nere nel sottosuolo. «Un percorso genuinamente ambientalista - conclude Pecoraro - che abbiamo tracciato con l’unico scopo di preservare il territorio a vantaggio della nostra comunità e delle future generazioni».

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