TARANTO - Dialogo e confronto. Ha chiesto questo al Governo Salvatore Toma, da poco più di un mese presidente di Confindustria Taranto, dopo l’annuncio del Consiglio dei Ministri che prevede di destinare a Taranto 150 milioni di euro per attività legate alla decarbonizzazione dell’ex Ilva.
Presidente, la sua principale impresa associata è Acciaierie d’Italia. Ma poi ci sono anche le aziende dell’indotto che lavorano col polo siderurgico. Partiamo da qui. Come legge questa iniziativa del Governo?
«Il premier Mario Draghi e il Governo con il Decreto Energia hanno dato un primo segnale importante verso l’ex Ilva in un momento come questo molto difficile per la vita delle imprese. Io ci contavo avendo avuto modo di dialogare proprio su questo punto con Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia. Ma questo deve essere solo l’inizio, un primo passo. Adesso attendiamo gli sviluppi per capire quali siano le prospettive per il territorio e per l’indotto».
Ma in attesa degli sviluppi Lei ha già una sua strategia?
«Come ho anche detto poco più di un mese fa nel mio programma di intenti quando sono arrivato a Confindustria, non accetterò le logiche del “contro” e le dietrologie attraverso la quale ogni crescita è condizionata da un eterno freno a mano. In questo momento alle imprese servono dialogo e confronto con il Governo. Come Confindustria devo infatti tutelare la mia principale impresa associata, Acciaierie d’Italia, ma anche la galassia delle circa 100 aziende dell’indotto che lavorano col polo siderurgico. E poi saranno necessari dialogo e col confronto soprattutto se con la decarbonizzazione c’è da fare un percorso di 10 anni come ha detto Bernabè. Serve un tavolo di lavoro che non guardi solo solo alla produzione di acciaio, ma anche alla tutela dell’ambiente e della salute che sono temi vitali per Taranto».
Pensa alla famosa svolta «green»?
«È fondamentale conoscere il piano industriale, per realizzare il quale, siamo coscienti, ci vorranno anni. Però insisto che è necessario che tutto questo venga fatto di pari passo con tutte le azioni necessarie per rendere lo stabilimento “green”. Oggi dobbiamo fissare due obiettivi prioritari sul fronte della salvaguardia: ambiente e popolazione. Il piano industriale non deve guardare solo al business, ma anche ad una sacrosanta qualità della vita».
Quindi l’etica è per Lei valore di riferimento delle politiche industriali?
«È fondamentale. La mia visione è questa: lavoro e salute. Non lavoro o salute. Come Confindustria sul territorio stiamo lavorando a 360 gradi molto su questo progetto anche con tutti altri “stakeholder” presenti. Mi riferisco ad Eni, Leonardo, Fincantieri, alle imprese che lavorano con l’Arsenale della Marina».
C’è solo l’industria in questa visione?
«Certo che no. C’è grande interesse per il nostro territorio. Ad esempio proprio di recente la più grande azienda e l’unica in Italia ad avere il brevetto per la coltivazione della “cannabis medica” ci ha chiesto di poter investire qui nella nostra zona Zes. E a tal proposito aggiungo che i nuovi rappresentanti delle Zes ci hanno dato piena disponibilità per l’apertura di uno sportello contatti. Inoltre, con i vertici regionali di Intesa San Paolo stiamo trattando sulla capienza economica da investire nelle Zes. È una grande opportunità».
A proposito di opportunità... il porto?
«Siamo in continuo contatto con il presidente Prete. Lavoriamo ad un accordo che preveda l’apertura di un ufficio di Confindustria, come sede distaccata, proprio nel porto jonico. Un’altra grossa opportunità è la Eco Industrial Park, un progetto di logistica innovativa che prevede un investimento di 230 milioni di euro. Il consorzio è in fase embrionale, si sta costituendo ed è in contatto con gli interporti del nord Italia».
Apriamo un altro fronte. Taranto è diventata meta delle crociere. Sul turismo a che punto siamo?
«È uno dei capisaldi del mio programma. Proprio l’altra mattina abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione dell’evento che si terrà dal 6 all’8 aprile a Taranto, la Btm. È una sorta di Bit con caratura internazionale. A tal proposito ringrazio il commissario del Comune Cardellicchio per la disponbilità che ha mostrato sull’organizzazione di questo evento insieme alla dottoressa Degl’Innocenti del MarTa. Dopo la pandemia e la guerra, che speriamo finisca quanto prima, vorremmo lavorare per la rinascita e iniziative come questa servono a tenere alta l’attenzione sul territorio».
Certo il momento è particolare. Lo ha detto Lei, la guerra, la pandemia e ora io rincari...
«Il Decreto del Governo ha dato un segnale di speranza. Ma non basta. Noi oggi paghiamo le conseguenze di 30 anni di trascuratezza politica sulla programmazione anche delle politiche energetiche. Segnali importanti li abbiamo ricevuti anche dalla Regione Puglia con l’apertura a stimolare le aziende verso il fotovoltaico con contributi a fondo perduto (35%) in vigore in un paio di settimane. Dobbiamo metterci nelle condizioni di non essere ricattabili. Molto bene anche l’investimento a tal proposito sul parco eolico della società Renexia. Proprio lunedì prossimo incontrerò il loro responsabile nazionale per valutare sia la gestione del parco con la collaborazione di nostre aziende, sia altre opportunità che loro stanno prevedendo sul territorio».