TARANTO - «È un silenzio assordante quello che ormai avvolge la vertenza ex Ilva»: così il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, che sottolinea come quella dell’acciaieria di Taranto «sia diventata ormai più che una vertenza, una partita a scacchi a colpi di ricorsi che si rincorrono nelle aule di un tribunale, rimbalzando tra una scadenza ed una sentenza». «A pagare il conto di questa partita però - rileva - sono sempre gli stessi che poi sarebbero i protagonisti ma non sono trattati come tali: i lavoratori con le loro famiglie e un’intera città che attende risposte dai loro governatori».
Secondo Spera, «i tempi per le ipotesi sono scaduti, è venuto il tempo delle certezze sul piano industriale, sul rilancio della più grande acciaieria d’Europa, sull'ambientalizzazione, sulla competitività che lo stabilimento di Taranto merita di recuperare nel mercato della siderurgia. Sia i lavoratori di ArcelorMittal sia quelli in Amministrazione straordinaria attendono e meritano risposte, non più proroghe e ammortizzatori sociali senza prospettive».
Spera ricorda infine che «l'indotto è ormai allo stremo, tra fatture inevase e promesse da marinaio. Il nuovo Governo deve quindi farsi promotore del più grande progetto green per la, produzione di acciaio di qualità, strategico per lo sviluppo della siderurgia e per tutta l’industria del Paese, rispettando gli accordi».