Il 23 maggio del 2013 fu arrestato dalla Guardia di finanza insieme a due tecnici comunali e un imprenditore per tangenti e voto di scambio, ma nei giorni scorsi è stato assolto dalla sezione distaccata di Taranto della Corte d’Appello di Lecce - al pari degli altri imputati - perché il fatto non sussiste. Si tratta di Vincenzo Di Canio, ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Ginosa (Taranto). Anche il procuratore generale aveva sollecitato l’assoluzione.
L’inchiesta riguardava l’assegnazione di un finanziamento pubblico di oltre 800mila euro per la costruzione di un Centro socio educativo diurno per minori. Secondo l’originaria tesi dell’accusa, l’imprenditore avrebbe consegnato seimila euro all’ex assessore Di Canio, per far ottenere alla cooperativa di cui era vicepresidente, pur non avendone i requisiti di legge, l'aggiudicazione dell’appalto.
Inoltre, l’ex assessore Di Canio, candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Ginosa a maggio 2011, era accusato di aver promesso ad alcuni cittadini l’esecuzione di lavori di urbanizzazione, come la strada asfaltata fin sotto casa, pur se non previsti dal piano dei lavori pubblici, pur di ottenere il loro consenso elettorale.
«Una vicenda - ha sottolineato l’ex amministratore, difeso dall’avvocato Franz Pesare - iniziata 9 anni fa, con delle indagini condotte in modo parziale, un arresto nel 2013 che mi ha costretto in carcere per ben 21 giorni oltre a 3 di domiciliari: un arresto che non andava fatto - ha aggiunto - visto che subito dopo il Tribunale del Riesame lo ha annullato con una sentenza chiara ed inequivocabile». Di Canio in primo grado era stato assolto dai reati di corruzione, abuso d’ufficio e falso, e condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere per truffa e voto di scambio.
















