TARANTO - Il sindacato italiano unitario lavoratori di Polizia (Siulp) di Taranto, negli ultimi tempi, «avverte un pauroso arretramento della sicurezza nel capoluogo jonico, in particolare dei settori specialistici, legato ad un enigmatico piano del Ministero degli Interni che vuole depotenziare ed in alcuni casi chiudere alcuni presidi di Polizia».
La denuncia arriva dal segretario provinciale Antonio Digregorio. «Siamo abbastanza preoccupati delle sorti della sicurezza cittadina da quando al Dipartimento della P.S. si è discusso il piano di riorganizzazione delle Specialità della Polizia di Stato e tra queste ha preso piede l’ipotesi di chiusura della Polizia di Frontiera di Taranto, costituita nel 1968».
«Il Siulp continua a mantenere un atteggiamento fortemente critico. Circolano voci secondo le quali, il Ministro dell’Interno, avrebbe già ratificato il decreto di depotenziamento e per fine anno, sarà attuato il trasferimento di tutto il personale della Polizia di Frontiera alla Questura di Taranto, già sovraccaricata dalle altre attività predisposte in un contesto sociale particolare oltre che impegnativo. Ma sono voci alle quali per il momento non vogliamo dare credito».
«Siamo nettamente contrari al progetto - spiega Digregorio - e di recente ci siamo rivolto al senatore tarantino Mario Turco, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Ci aspettiamo un intervento istituzionale e a lui abbiamo chiesto persino un atto ispettivo. Facciamo fatica a comprendere secondo quale logica, si vorrebbe depotenziare la sicurezza di un territorio in cui lo scorso anno, con la medesima illogicità, ha patito la soppressione della Squadra Nautica». Per il Siulp si tratta di una scelta miope del Dipartimento «che squalifica i servizi di frontiera sino ad oggi assicurato in via esclusiva da personale decisamente inferiore rispetto alla originaria pianta organica».
«Il capoluogo jonico conta 200 mila abitanti, secondo per importanza. Vi è la malavita; la parte orientale della sua provincia a confine con quella salentina e brindisina, subisce l’influenza della Sacra Corona Unita tant’è che il Comune di Manduria è ancora commissariato per infiltrazioni mafiose; le problematiche sociali sono all’ordine del giorno, le questioni ambientali anche; la questione ex Ilva rappresenta tutt’ora una bomba ad orologeria e le esigenze di ordine pubblico per l’Hotspot per l’accoglienza profughi, stanno mettendo a dura prova il personale chiamato agli straordinari e come tale sottoposto a forte stress», prosegue la denuncia del Siulp.
«Questo è lo stato della sicurezza della provincia jonica e i nostri vertici anziché rafforzare, destrutturano, accorpano, chiudono i nostri presidi. Per di più, percepiamo l’assordante silenzio delle istituzioni (Sindaco e Presidente della Provincia in testa), delle massime cariche politiche e dei parlamentari jonici. Il Presidente del Consiglio, il Ministro degli Interni e il Governatore delle Regione Puglia, sino ad oggi non hanno mai risposto ad una nostra missiva, Vi sono state solo alcune interrogazioni parlamentari ma non promosse da esponenti locali».
«Siamo profondamente delusi da questo atteggiamento che dimostra come vi sia una certa insensibilità, non tanto nei confronti del sindacato che esamina e denuncia i fatti, quanto e tanto nei poliziotti e nelle poliziotte di questa provincia che con spirito di servizio e professionalità, garantiscono la sicurezza di un territorio.
È impensabile destrutturare un baluardo di legalità come quello della Polizia di Frontiera, anzi, come detto, vorremmo che si elaborasse un piano di potenziamento. Bisogna scuotere le coscienze di chi pensa che ci possa essere sviluppo anche indebolendo la sicurezza di un territorio. Il Siulp, la pensa esattamente al contrario, ecco che ogni piano di destrutturazione dei presidi di polizia, costituisce un fallimento e l’arretramento della stessa sicurezza».