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Taranto al S. Annunziata: «Niente tamponi nei turni di notte»

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

ospedale Santissima annunziata taranto

Questo fermo di 12 ore fa scattare inoltre una polemica interna in quanto alcuni reparti si oppongono ad accogliere in corsia pazienti che non esibiscono l’esito del tampone per salvaguardare l’incolumità dei pazienti ricoverati e del personale medico e di comparto

Sabato 15 Agosto 2020, 11:31

TARANTO - Fermo tamponi in notturna al laboratorio del Santissima Annunziata: è polemica, oltre che confusione in nome di una efficace gestione nella lotta alla diffusione del Covid-19. Non si effettuano tamponi per l’infezione da SARS-CoV-2 dalle 20 alle 8 del mattino. Ciò comporta un ritardo nel ricovero dei pazienti nei reparti di degenza con lunghe soste al Pronto Soccorso che inevitabilmente può degenerare in un sovraffollamento. Questa situazione non si è verificata nei mesi di emergenza Covid, in quanto da una parte i tamponi venivano eseguiti anche di notte e dall’altra l’accesso al Pronto Soccorso era ridotto forse anche per il timore di recarsi in strutture ospedaliere. Questo fermo di 12 ore fa scattare inoltre una polemica interna in quanto alcuni reparti si oppongono ad accogliere in corsia pazienti che non esibiscono l’esito del tampone per salvaguardare l’incolumità dei pazienti ricoverati e del personale medico e di comparto. Altri reparti non si pongono il problema e sottopongono il paziente al tampone solo successivamente al ricovero.

Questa sarebbe una ipotesi percorribile qualora sussistessero le cosiddette “zone grigie”, quelle stanze che consentono un isolamento adeguato in attesa del tampone. La situazione attuale prevede 3 ricoverati e 4 sospetti nel reparto di Malattie Infettive diretto da Giovanni Buccoliero. Alcuni casi sono in quarantena domiciliare in ottemperanza alle disposizioni regionali verso coloro che rientrano da luoghi a rischio, Croazia, Spagna, Malta e Grecia. L’oscillazione tra i 2 casi Covid e i 5 sospetti riportati nei giorni scorsi è dovuta all’esito del tampone che ha confermato la positività di un paziente. La task force regionale sta lavorando per limitare i danni e contenere i numeri, messi a dura prova dagli spostamenti internazionali.

Intanto in quello che è stato l’Hub Covid per eccellenza in pieno lockdown si sta aggiornando il modello organizzativo ospedaliero per gestire la recrudescenza pandemica. Tra i risultati maggiori la necessità di configurare un laboratorio attivo h24 oppure di poter fare leva sul supporto di laboratori periferici che possano rispondere in tempi stretti sulla positività o meno dei pazienti, in modo particolare in fase di accettazione. La gestione dei nuovi casi legati all’infezione da SARS-CoV-2, complice il periodo estivo, nonché una minore osservazione delle misure di contenimento, impone un lavoro scrupoloso e capillare per escludere il rischio di una seconda ondata. A tal fine si potrà far riferimento anche su un team multidisciplinare, presumibilmente presso l’Unità di Malattie Infettive.[

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