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Taranto, boom di pm10 ai Tamburi: il sabato nero dell'ex Ilva

 
mimmo mazza

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Ilva

Report dell’Arpa. E il Governo chiede una relazione ai commissari

Martedì 07 Luglio 2020, 09:37

Taranto - Il sabato nero dell’ex Ilva, con la nuvola di polveri di minerali che tra le 15 e le 16 ha coperto la città, ha lasciato tracce inconfutabili. Tracce che per la centralina dell’Arpa denominata Tamburi-Orsini segnalano il superamento dei livelli di soglia per il pm 10, con una media giornaliera di 81 microgrammi per metro cubo rispetto al valore limite giornaliero fissato 50 in microgrammi per metro cubo, con un picco-monstre di 172 microgrammi per metro cubo tra le 15 e le 16. Anche la centralina di via Machiavelli ha fatto registrare picchi elevati (95 microgrammi per metro cubo tra le 15 e le 16), tuttavia fermandosi ad una media giornaliera di 41 microgrammi. L’Arpa, su input del direttore generale Vito Bruno, sta preparando una relazione che oggi sarà inviata agli organi competenti. Quanto è avvenuto sabato, però, viene fatto notare, è frutto del mancato completamento delle coperture dei parchi minerali, in virtù delle deroghe accordate al gestore ArcelorMittal, e anche del mancato recepimento delle osservazioni che la stessa Arpa fece nel settembre del 2017 quando il Governo si apprestava a varare il piano ambientale concordato con la multinazionale.

Anche il Governo si è mosso. Il ministro allo sviluppo economico Stefano Patuanelli, su esplicita richiesta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco, ha chiesto una relazione approfondita su quanto accaduto ai commissari di Ilva in As.

Per protesta, il sindaco Rinaldo Melucci ieri mattina si è rifiutato di prendere parte ai sopralluoghi organizzati dal sottosegretario Turco nell’ambito del Cis, rompendo così una collaborazione che lo stesso Comune poche ore prima aveva pubblicizzato con un comunicato stampa. «Non posso accettare quello che è accaduto sabato scorso. Come sottosegretario e soprattutto come cittadino» ha detto ieri Turco in prefettura, lanciando un siluro all’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli. «È accaduto sabato scorso - ha detto l’esponente del Governo - quello che non dovrebbe mai accadere in una industria definita, da qualcuno, un gioiello».

Turco ha poi risposto al sindaco Melucci: «Io mi occupo di investimenti, questa è la mia delega e sto cercando di utilizzarla per attrarre su Taranto nuove imprese e creare così concrete alternative all’industria dell’acciaio. Ciò premesso, il Governo ha ereditato un gestore, che non ha scelto, un contratto, una serie di problematiche giuridiche, sia penali che civili. Però, per la prima volta questo Governo sta dando una speranza perché entrerà nella risoluzione del problema e questo è già una garanzia. Se noi confondiamo le problematiche della riconversione economica di Taranto, da nessun Governo, prima di questo, mai affrontata, con la problematica Ilva, la riconversione non partirà mai. Io - ha ribadito Turco - mi sto interessando di riconversione economica. Io penso a lavorare. Io sono qui, chi vuole lavorare si sieda qui a lavorare, alle chiacchiere, sentite dai tarantini negli ultimi 20 anni, preferisco i fatti concreti».

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande. «Le immagini di pochi giorni fa di una Taranto avvolta da una tempesta di polveri rosse è scioccante, ed è tanto più grave se si pensa che sono stati innalzati dei mostruosi sarcofagi che hanno cambiato lo skyline della città e che sono visibili da qualsiasi punto di osservazione e che in questi giorni, come avevamo temuto, hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza. Fa bene il sindaco a pretendere che lo Stato, in merito all’ex Ilva, assuma una decisione sostenibile per la salute e la vita dei Tarantini».

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