TARANTO - «Pretendere attenzione per tutti i lavoratori che oggi sono impegnati in attività essenziali, è pretendere forte attenzione verso una intera comunità». Lo sottolineano in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Taranto esprimendo, a proposito dei provvedimenti per contenere i rischi di contagio da Coronavirus, «tutta la loro preoccupazione per i provvedimenti autorizzativi di continuità produttiva, concessi fino ad oggi alle aziende del territorio che potrebbero non svolgere servizi di prima utilità ed attività essenziali». Le organizzazioni sindacali restano «in attesa di un nuovo incontro a breve con il Prefetto di Taranto, per un completo monitoraggio delle istanze di prosecuzione delle attività pervenute ed in esame».
Sorprende «in negativo - osservano Cgil, Cisl e Uil - l’appello inascoltato delle lavoratrici e dei lavoratori di tanti settori produttivi: raccolta rifiuti, attività commerciali primarie, lavoro nei campi, trasporti, bancari e postali, operai diretti e indiretti delle fabbriche oltre che il grande stabilimento di A. Mittal. Costretti ogni giorno a recarsi sui luoghi di lavoro anche quando la paura sorprende anche loro, dietro la cassa di un supermercato, dietro lo sportello di uffici postali ed istituti di credito, o alla guida di un autobus». Per loro «l'invito #iorestoacasa forse - attaccano i sindacati - ha poco valore. Sono gli uomini e le donne, in migliaia, costretti a muoversi ogni giorno per tutta la provincia, per recarsi ad esempio nell’acciaieria ed in tanti altri siti e settori produttivi e lavorare in condizioni di insufficienti garanzie per la loro salute e la salute dei loro congiunti, facendo poco o nulla, da parte delle imprese, ricorso al lavoro agile».
Le organizzazioni sindacali confederali sostengono inoltre che la «Asl di Taranto continua a non rendersi disponibile ad affrontare con le rappresentanze sindacali dei lavoratori il tema dei temi: come proteggere i lavoratori della sanità e al tempo stesso come fornire risposte socio-assistenziali inderogabili a tutti i cittadini che ne hanno bisogno (anziani, diversamente abili, non autosufficienti)».