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Taranto, sit in e corteo di ambientalisti: «Non entrate, ci stanno ammazzando»

 
Redazione online

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Conte: «Mittal chiede 5000 esuberi, inaccettabile». Governo disponibile a discutere immunità

E’ l’invito rivolto agli operai del siderurgico ArcelorMittal di Taranto da parte delle associazioni in presidio davanti lo stabilimento

Venerdì 29 Novembre 2019, 10:10

16:00

TARANTO - «Non entrate, ci stanno ammazzando». E’ l’invito rivolto agli operai del siderurgico ArcelorMittal di Taranto, che si recavano al lavoro da cittadini e associazioni ambientaliste che hanno tenuto un sit in davanti alla portineria D. Oggi lo sciopero indetto dall’Usb coincide con lo sciopero per il clima e al presidio hanno partecipato anche attivisti di Fridays For Future Taranto. «Vergognatevi», hanno urlato ai lavoratori che smarcavano il badge alcuni manifestanti, che hanno poi diffuso un video sui social. C'è chi ha chiamato gli operai «burattini» e «pecore», mentre il coordinatore provinciale Usb, Francesco Rizzo, ha detto che l'intento non era «forzare» le persone, «che possono entrare tranquillamente, ma faranno i conti con la propria coscienza». Momenti di tensione durante la protesta. «Dovete avere un pò di coraggio», ha detto la portavoce di un comitato ai lavoratori. In mattinata anche un corteo di Fridays For Future, dall’Arsenale a piazza della Vittoria per un dibattito su salute e lavoro. 

Al grido «Taranto libera» cittadini, studenti, attivisti di comitati e associazioni, anche operai del Siderurgico aderenti all’Usb, hanno dato vita al corteo dedicato a «Ilva Climate monster». E’ promosso da Fridays For Future Taranto in occasione dello sciopero globale indetto dal movimento alla vigilia del Cop25, la conferenza delle parti dell’UNFCCC in programma a Madrid dal 2 al 13 dicembre.
Dopo il presidio di questa mattina alla portineria d’ingresso degli operai dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal, la mobilitazione è proseguita con la marcia per le vie del centro di Taranto. Sono stati mostrati cartelloni con le scritte «Ilva is a killer», «Cittadini e operai uniti per la chiusura e la riconversione», «Basta guadagnare sulle nostre vite». Al termine del corteo, per il quale sono giunte associazioni da diverse parti d’Italia, anche un dibattito sui temi ambientali e sull'emergenza Taranto.

LE PAROLE DI BARBAGALLO - «Avevano minacciato fuoco e fiamme, ora cerchiamo di capire» quale soluzione si prospetta per l’ex Ilva, dice il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, a margine della conferenza euromediterranea organizzata dal sindacato. "Noi restiamo fermi sull'accordo che avevamo fatto dieci mesi fa: non c'erano gli esuberi che si paventano, e non siamo disponibili ad impostare altre impostazioni che non siano una acciaieria che continui a produrre il miglior acciaio d’Europa, la migliore acciaieria di Europa, e con una produzione che sia superiore ai sei milioni di tonnellate l’anno, altrimenti va in perdita e saremo costretti a venderla».

RIZZO: IN CORTEO CITTADINI E OPERAI - «Questo è il primo sciopero che vede insieme organizzazioni sindacali come la nostra, associazioni e cittadini. La comunità chiede di eliminare le fonti inquinanti della fabbrica di morte». Così il coordinatore provinciale dell’Usb Francesco Rizzo commentando lo sciopero generale indetto dal sindacato di base che coincide con lo sciopero per il clima di Fridays For Future. A Taranto è in corso un corteo per le vie del centro, mentre questa mattina c'è stato un presidio di cittadini, ambientalisti e rappresentati dell’Usb alla portineria D del siderurgico ArcelorMittal.
«Il risultato dello sciopero - afferma Rizzo - è certamente positivo. Questa mattina abbiamo notato bus vuoti che arrivavano davanti alla fabbrica e che dovevano condurre gli operai al lavoro. Il buon risultato ci viene confermato da lavoratori 'di comandatà sugli impianti». Il sindacalista sostiene che l'azienda «ha implementato in maniera unilaterale le comandate perché probabilmente intendeva in questo modo impedire la riuscita dello sciopero». Al corteo partecipano anche Giorgio Cremaschi, portavoce nazionale di Potere al Popolo, e rappresentanze Usb provenienti da Trieste, Bologna, Napoli, Piombino. Tra gli striscioni, anche quelli con le scritte: «Lo Stato non ascolta il nostro grido di dolore», «Le nostre vite valgono più dell’acciaio», «Immunità penale strage legale», «I bambini di Taranto come farfalle spezzate», «Stop a questo massacro». 

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