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Mittal, i sindacati : «Fatture non saldate, in 50 senza stipendio». Autotrasportatori sospendono servizi

 
Redazione online

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Altre imprese dell'indotto comunicano la necessità di attivare la cassa integrazione

Mercoledì 13 Novembre 2019, 17:36

19:27

TARANTO - L’annunciato disimpegno di ArcelorMittal sta avendo ripercussioni anche sulle aziende dell’indotto. Oggi la 'Gamit', che si occupa di manutenzioni meccaniche per il siderurgico, ha inviato una lettera a Fim, Fiom e Uilm, annunciando di essere «impossibilitata a erogare gli emolumenti di ottobre» ai suoi 50 dipendenti perché «non si è vista saldare le fatture dalla multinazionale franco-indiana».

Anche altre imprese, fanno sapere i sindacati, hanno già comunicato la necessità di ricorrere «alla cassa integrazione avendo i cantieri fermi».

Una situazione complicata quella dei lavoratori dell’appalto. Ricordiamo infatti che l'azienda Arcelor Mittal deve ai subappaltatori 50 milioni di eur.

Una delle aziende coinvolte ha già avviato la procedura di cassa integrazione per 50 unità lavorative su 56. Dopo l’annuncio di ArcelorMittal di recessione dal contratto ex Ilva, le ditte dell’indotto tarantino temono ripercussioni sul credito di 50 milioni già fatturati e non incassati per prestazioni e forniture, con uno scaduto che sarebbe pari a circa 5 milioni. Lo si apprende da fonti sindacali dopo un incontro nella sede di Confindustria. Sono 200 le aziende interessate. Alcune avanzano da settimane il pagamento delle fatture e hanno evidenziato problemi di liquidità per il pagamento degli stipendi agli operai.

AUTOTRASPORTATORI TARANTINI SOSPENDONO SERVIZI - «La maggior parte delle aziende di autotrasporto della provincia di Taranto hanno sospeso i servizi per conto di ArcerlorMittal, non accettando più commesse dal colosso franco-indiano, per paura di avere un altro mancato incasso». Lo annuncia Stefano Castronuovo, segretario provinciale di Casartigiani Taranto, che ha scritto al premier Conte auspicando «un confronto diretto con le categorie per programmare insieme l’avvio definitivo di politiche di riqualificazione straordinarie del territorio, in ambito socio-economico, tutelando i diritti acquisiti delle imprese dell’indotto e dando prospettive future concrete per le stesse, tenuto conto anche che il settore ha delle scadenze prossime in ambito di rinnovo del parco mezzi imposto dalla legge».

Le imprese di autotrasporto, spiega invece Giacinto Fallone presidente della categoria Autotrasporto di Casartigiani, attendono «i pagamenti delle fatture di trasporti effettuati da agosto a data attuale. Proclamiamo lo stato di agitazione della categoria, mettendo in mora l’azienda e chiediamo allo Stato italiano l’apertura di un tavolo unico di emergenza per verificare e programmare il futuro di Taranto, dove si garantiscano i diritti di lavoratori diretti, delle imprese dell’indotto e i suoi lavoratori». Casartigiani ricorda che «il settore avanza dall’Ilva in Amministrazione Straordinaria circa 15 milioni di euro». 

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