TARANTO - Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, dirama le «convocazioni». Il vice premier, dopo essersi confrontato nei giorni scorsi con i commissari straordinari dell’Ilva, ha deciso di ascoltare tutte le parti coinvolte nella vertenza del siderurgico tarantino. Da quello che si apprende, Di Maio ha convocato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, per lunedì alle 17.30, le associazioni ambientaliste per martedì alle 14 e lo stesso giorno al Mise, alle 16.30, i rappresentanti di Arcelor Mittal. Fino alla tarda serata di ieri non si avevano notizie in merito a una convocazione delle organizzazioni sindacali. Col rammarico del segretario della Fim Cisl Valerio D’Alò. «Non sanno nulla ancora - ha scritto - Fim, Fiom, Uilm e Usb, che rappresentano l’85% del lavoratori dello stabilimento».
«Ribadiremo al neo ministro Di Maio le nostre rivendicazioni su quelle che sono le priorità, affinché Ilva continui a produrre salvaguardando l’occupazione, l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini», avevano sottolineato in mattinata le Rsu della Fiom Cgil Taranto, secondo le quali «bisogna smetterla con i proclami e sedersi attorno ad un tavolo per rimettere al centro l’ambiente, la salute ed il lavoro». A proposito della vendita ad ArcelorMittal - secondo la Rsu - sarebbe sbagliato farsi «condizionare dal fattore tempo spingendo sull’acceleratore.
«L’Ilva è l’acciaieria più grossa d’Europa. Se gli indiani, che sono un grande player globale del settore, vengono a investire - sottolinea invece Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda - molto probabilmente ha un valore industriale, e quel valore industriale è importante».