Serrande abbassate e niente tavolini all’aperto. L’estate è orfana di uno dei posti che hanno reso celebre Martina Franca al di fuori dei confini regionali. Il Caffè Tripoli è ormai chiuso da tempo, non lo sarà per sempre, ma è davvero difficile poterlo rivedere aperto prima della fine dell’estate.
Da quei tavolini all’aperto ci sono passate centinaia e centinaia di persone, luogo di incontro tra artisti, cantanti e maestranze che, proprio durante i giorni del Festival della Valle d’Itria, esattamente come in queste settimane dell’anno, si soffermavano alla ricerca di un po’ di refrigerio dalle calde temperature tipiche di questi periodi. Paolo Grassi era un assiduo frequentatore, di solito ordinava una «mezza in acqua», un semplice ma dissetante bicchiere di acqua fresca con al suo interno un po’ di granita artigianale di limone. Da quella granita, chiamata anche sorbetto, presero il nome i «concerti del sorbetto», dei brevi concerti pomeridiani della durata di sessanta minuti circa, inseriti a corredo del cartellone delle diverse edizioni della rassegna lirica martinese, al termine dei quali viene ancora oggi offerto ai presenti un bicchiere di gustoso e rinfrescante sorbetto al limone.
Dal Caffè Tripoli sono passati tanti personaggi famosi. Negli anni è stata una delle pasticcerie più note di Martina Franca, non solo per le delizie preparate, ma anche per via di quella celebre foto di Ferdinando Scianna, scattata a Maria Grazia Cucinotta che, nell’ultimo ventennio, ha fatto e continua a fare il giro del mondo. È il ritratto di una bellissima quanto sensualissima Maria Grazia Cucinotta, a passeggio nel centro storico di Martina Franca, osservata con ammirazione da quattro giovani ragazzi affacciati sull’uscio dello storico Caffè. Un’immagine che è diventata una vera e propria icona pop; c’è persino chi giura di averla vista a New York o in qualche altra parte del mondo.
Maria Grazia Cucinotta è sinonimo di bellezza mediterranea che, associata alle bellezze architettoniche di uno degli angoli più belli del centro storico martinese, ha contribuito a rendere celebre la città della Valle d’Itria. Lo scatto venne realizzato da Ferdinando Scianna, il primo fotografo italiano a far parte nel 1982 dell’agenzia fotografica internazionale Magnum Photos. Di lui lo scrittore Leonardo Sciascia diceva così: «Quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e - in definitiva - al suo stile».
Le zeppole a Ferragosto, preparate rigorosamente a in maniera artigianale da Vito Colucci, nonostante la sua veneranda età, sono sempre state una deliziosa proposta che offre la possibilità ai tanti visitatori e turisti stranieri presenti in Valle d’Itria di assaggiare questo dolce «fuori stagione». Quest’estate mancherà anche questo, così come non ci sarà la possibilità di gustare gli altri prodotti tipici del Tripoli, come l’immancabile bocconotto, quello nella versione classica crema e amarena, ma che oggi viene realizzato anche con numerose altre variabili.
Il Caffè Tripoli riaprirà presto, parola di Vito Antonio Scarcia, legale della famiglia Colucci, il quale si sta occupando di seguire la trattativa per il rinnovo del contratto di locazione con i proprietari delle mura del locale, dalla cui scadenza è scaturita la chiusura di questi mesi, argomento di cui sono occupati anche i vertici della Confcommercio.
«Pendono trattative finalizzate alla rinegoziazione del rapporto di locazione commerciale, perdurante da epoca immemorabile, alla luce delle sentenze emesse nel doppio grado di giudizio dalla magistratura ionica», ha scritto l’avvocato Scarcia sulle sue pagine social. Ma sui social quello che si legge è soprattutto l’incommensurabile affetto manifestato non solo dalla comunità martinese, ma anche dai turisti nei confronti dell’86enne mastro pasticciere Vito Colucci e del suo Caffè Tripoli.