Domenica 07 Settembre 2025 | 03:59

La signora delle noci pecan: a 92 anni Marcella dirige a Casarano una fascinosa azienda agricola

 
Maristella Massari

Reporter:

Maristella Massari

La signora delle noci pecan: a 92 anni Marcella dirige a Casarano una fascinosa azienda agricola

Sostenuta da una robusta cultura classica, la signora Castriota Stasi vive da 22 anni nelle campagne del profondo Salento

Domenica 10 Marzo 2024, 11:12

CASARANO - C’è chi dice che la vita cominci a 40 anni, chi invece ha spostato di un lustro in avanti la linea di partenza regalando un nuovo alibi al sogno dell’eterna giovinezza. Per Marcella Castriota Stasi la vita, la sua seconda vita, è iniziata a 70 anni.

Marcella è una donna bellissima, oggi 92enne, a cui la genetica ha concesso il dono di una eleganza senza tempo. Sostenuta da una robusta cultura classica, la signora Castriota Stasi vive da 22 anni nelle campagne del profondo Salento circondata dalla mescola di colori primari, l’azzurro del cielo e l’oro del sole, e dalla lussureggiante vegetazione delle sue piante secolari. Marcella oggi è la signora delle noci pecan. Alberi maestosi e robusti, i pecan arrivano alle porte di Casarano, dall’altra parte del mondo proprio grazie alla scelta di Marcella e di suo marito, Vittorio Stasi, che, dopo una vita di lavoro nella Capitale, insieme e di comune accordo decidono di investire le loro buonuscite da pensionati nella terra di origine delle rispettive famiglie.

La protagonista di questa storia non nasce imprenditrice agricola e nemmeno coltivatrice diretta. Figlia di una delle famiglie più note e antiche del Salento, diretta discendente di quel Giorgio Castriota Skandenberg patriota e principe albanese che a metà del 1.400 arrivò in Puglia a dare manforte a Ferdinando I re di Napoli, Marcella Castriota è figlia di un alto funzionario dello Stato. Nasce in Toscana e trascorre la maggior parte della sua vita a Roma. Qui, poco più che ventenne si laurea in Storia dell’Arte alla Sapienza e conosce suo marito Vittorio, anche lui di origini salentine, con il quale avrà un lungo matrimonio benedetto da 5 figli: Isabella, Andrea, Cecilia, Lucia e Romano.

Nel 1962, incinta del terzo figlio, sceglie di prendere la sua prima supplenza a scuola. E lì scocca la scintilla. L’insegnamento, i giovani, la scuola: tutto questo diventerà il suo mondo. Marcella si presenta l’anno successivo al concorso a preside e lo vince, risultando prima in graduatoria.

Potendo scegliere la sede, decide di darsi una missione: la periferia. Per 40 anni dirigerà il liceo classico «Aristofane» di Roma. Sarà la prima preside in Italia a far entrare a scuola i computer negli anni ‘80, convinta che la tecnologia in aula rappresenti la fionda per lanciare i ragazzi lontano verso il futuro. Nel 2002, a 70 anni tondi tondi, chiede una proroga per restare in sella al suo «Aristofane». Ma le viene negata: deve andare in pensione. In Latino sarebbe stata una perifrastica passiva, un ineludibile obbligo. Ma lei, senza perdersi mai d’animo, l’inossidabile Marcella che nel frattempo è diventata 8 volte nonna e 2 volte bisnonna, salta sul treno della sua seconda vita. Direzione profondo Salento.

Dopo una esistenza tra i banchi, come ha fatto a passare dal vociare allegro dei suoi studenti al frinire delle cicale?

«È stato tutto molto naturale. Mio marito ed io abbiamo origini salentine. Qui ogni estate tornavamo per le vacanze. Non è stato traumatico per me cambiare radicalmente vita perché sono sempre stata colpita dalle caratteristiche positive di questa terra, dalla sua ricchezza culturale, dal suo ethos profondo, quella conservazione della memoria, delle radici, dell’appartenenza alla terra. Anche il parlato è una gioia per il cuore: il dialetto salentino è così ricco di parole greche e latine che ogni volta è una scoperta. Spesso quando si pensava al Salento, prima dell’arrivo del turismo di massa, si immaginava una terra arretrata e invece questo non lo è stato mai. Salvaguardare la sua natura e le sue attitudini è stato vincente».

Venti anni fa decidete di fare impresa con la terra. Un bel coraggio... Però scegliete di diversificare rispetto alla (quasi) monocultura dell’ulivo. Perché?

«Mio marito Vittorio era un ingegnere. Amava studiare, pianificare. Aveva capito che il Salento ha caratteristiche simili per certi versi al Messico. E così ha prodotto uno studio di fattibilità per impiantare qui le prime coltivazioni di kiwi. Poi sono arrivati i pecan. Tutto nel rispetto della terra e dei suoi tempi. Tutto naturalmente biologico e certificato».

Qui tutti la conoscono come la signora delle noci pecan. La vedono passeggiare come una ninfa sotto questi alberi dalla bellissima chioma. Lei è quasi una figura mitica, lo sa?

«Io sono una donna in carne e ossa innamorata del mio lavoro e abituata all’impegno quotidiano e al sacrificio. Mi viene tutto naturale. Intorno a me ho molti amici. Qualche anno fa, ai primi ‘90, quando vedevo la terra abbandonata me ne dolevo. Così ho convinto più di qualcuno a intraprendere la battaglia delle energie alternative. Oggi dove non è coltivato, qui ci sono pannelli solari. Anche di fronte alla mia casa è così: la terra deve rendere all’uomo. Se non è frutto, sarà energia».

Lei ha piantato questi alberi che ora sono giovani, ma sono piante che vivono per secoli e possono raggiungere i 60 metri d’altezza. Ci ha mai pensato che non li vedrà quando saranno “adulti”?

«Sì, ci ho pensato, ma non con malinconia. Con gioia piuttosto. Li vedranno i miei figli, i nipoti e i loro figli. È la mia eredità, la mia orma su questa terra. E non è solo una eredità materiale, ma è anche spirituale. La terra è madre, è origine, è nutrimento anche dell’anima. Siamo immersi nella bellezza. Non è un caso se questa è terra di menir. Qui l’azzurro del cielo ti riconnette a forze sovrannaturali».

Cos’è per lei il Salento?

«Glielo dico con le parole del filosofo Immanuel Kant: la forza morale che è in me e il cielo stellato sopra di me. Ecco, il mio Salento è tutto qui».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)