FOGGIA - «L’uomo con più lauree al mondo è il 76enne romano Luciano Baietti che ne ha conseguite 18 ed io che, sono più vecchio di lui di 15 primavere, attualmente laureato quindici volte, ho tempo e volontà di poterlo raggiungere e superare? Non scherziamo, il Guinness dei laureati appartiene al sottoscritto, perché bisogna contare i miei 24 titoli accademici che, oltre alle lauree, sono comprensivi dei master e dei diplomi di specializzazione, sommandoli, inoltre, ai quattro esami di stato ottenuti. Tra questi quello in Giornalismo. Quindi, basta studiare. Record personale a parte, non reggendomi più in piedi, mi riposo, ma continuerò a leggere per cementare la mia cultura personale». Leonardo Altobelli, 91 anni, foggiano, da un mese a queste parte «scienziato dell’investigazione», con una tesi sulla criminologia dell’impiccamento, disserta con la sicurezza degli argomenti acquisiti ufficialmente dal 1969 al 2023. Dal primo titolo in Medicina all’università di Siena a 37 anni «con non poche difficoltà, per vincere prima le riserve dei professori del liceo Classico e del Magistrale che mi prospettavano al massimo una carriera da maestro o avvocato, sino alla trovata retta via dopo le distrazioni a Napoli, primo approdo universitario» spiega l’ex sindaco della sua città di Troia, fino all’ultima corona di alloro, il dottor Altobelli ha conseguito una laurea ogni tre anni e mezzo della sua vita china sui libri.
In una lunga carriera accademica, da Giurisprudenza a Scienze Politiche, da Lettere ad Agraria, da Archeologia e Biotecnologie, attraversando gli atenei di Siena, Bari, Teramo, Campobasso, Pescara e Foggia, Altobelli, figlio di un due volte medagliato militare di Guerra, avrà sostenuto e superato «un cinquecento esami. Quale di questi ricordo con orgoglio? Fu la prova in Estetica al corso di Filosofia - sorride - con la bizzarra esaminazione da parte del professore che interrogava quattro studenti a turno contemporaneamente. Ad una sua domanda su un autore da individuare, dopo che i tre prima di me fecero scena muta, io risposi esattamente, perché mi ero letto anche le note del libro. Presi trenta… ».
Non solo plurilaureato, medico di base nella sua cittadina sino a settant’anni, ma anche autore di 8 libri e 22 pubblicazioni, delle quali cita due lavori che si sono dimostrati rivelatori. «Dopo uno studio di ricerche e testimonianze, ho dimostrato che quello sgorgato dal palmo della mano sinistra forata del Crocifisso della Cattedrale di Troia, nel fatto accaduto il 2 aprile del 1933, Anno Santo Straordinario, durante la processione, era sangue umano. E tale mia verità, basata sulla classificazione delle Croci, mi fu inizialmente censurata dalla Biblioteca Nazionale di Firenze. L’altra opera scientifica - evidenzia Altobelli - ha affrontato l’argomento delle morti sui campi da calcio, mia grande passione, avendo arbitrato per otto anni sino all’Eccellenza. Ebbene, in un mio saggio, ho analizzato queste tragedie sportive, con l’esempio lampante di Renato Curi, il centrocampista del Perugia che, il 30 ottobre del 1977, durante il match con la Juventus, si accasciò a terra senza più rialzarsi. Quello fu uno dei tanti casi di fine vita sul campo a causa di malformazioni cardiache. Dopo il mio libro - sottolinea lo studioso - la Federcalcio appesantì le regole sui controlli medici degli atleti».
Leonardo Altobelli è l’orgoglio della professoressa Donatella Curtotti, coordinatrice scientifica del corso di laurea triennale in Scienze investigative, inaugurata a Foggia nell’anno accademico 2016-2017. Dal suo acume criminologico, Altobelli esprime un parere sull’ultimo femminicidio da eco mediatica di Giulia Cecchettin. «Di questi tempi si guarda al problema unicamente dal lato della donna, criminalizzando gli uomini. Io credo che tale massificazione della realtà, poggiata comunque su delle ragioni, non ci fa guardare in modo trasparente l’origine del problema, che a mio avviso affonda su concause, che vanno estirpate da parte delle istituzioni, della famiglia e della Chiesa: i mali di una società piegata su se stessa, perché vive in modo più virtuale che reale». La sua analisi, il laureato-record dei Monti Dauni, la porta anche nella scuole. Nell’ultimo incontro avuto all’istituto tecnico «Notarangelo-Rosati» del capoluogo della Capitanata, Altobelli ha parlato alla mente dei giovani: «Sapete che Foggia è arrivata ad un bivio: o irregolarità o legalità. Questa scelta è nelle vostre coscienze, perché la città è vostra e ve la conquisterete se la saprete vivere. Altrimenti saranno guai».