«Ho perso sette chili, ci sono quasi», sorride a denti stretti Vincenzo Di Pinto, 62 anni nascosti benissimo in una camicia bleu che fodera 80 chili scarsi. Addio sgarri. Il «buon esempio» da coach impone il peso forma. E il pranzo in masseria nella prima domenica d.C. (dopo Covid) è un rosario di sottrazioni più che una liturgia di golosi. E nel menù la nuova avventura in panchina.
La firma sulla A2 in riva allo Jonio non c’è ancora. Ci sarà mercoledì. Sarà allora che nascerà di fatto la Prisma Taranto Volley, riedizione di «Club Vacanze», «La Cascina» e «Prisma volley» con le quali la premiata ditta familiare Bongiovanni (marito) - Zelatore (moglie) ha scritto la parabola 1999-2002 della Magna Grecia del volley portandola nell’aeropago della Serie A.
Quasi vent’anni dopo, stessi «padroni», stesso vangelo pallavolistico, quello di coach Di Pinto, burbero benefico con qualche anno in più ma tante spigolature in meno.
La novità è che sarà primo allenatore e manager con buona pace della famiglia Bongiovanni. Può tradurre?
«Buongiovanni e Zelatore hanno già detto che la nuova “Prisma Taranto Volley” ha già vinto. Essere riusciti, con sacrifici importanti, a prendere un titolo di A2, in un momento così difficile per tutto il mondo economico e per lo sport , è dimostrazione di grande attaccamento alla città di Taranto in primis, alla Puglia ed al movimento del volley tutto. Il sindaco di Taranto e l'Ass. allo sport hanno comunicato tutta la loro felicità alla città parlando dell'arrivo del campionato di A2 , come un momento importante socio-economico-sportivo nella ripartenza della città».
Non è meglio fare come il freddo e vincente Ottavio Bianchi, quello del “Prima passi il traguardo e poi alzi le mani”. Comuqnue, non glissi: manager perché?
«L’idea è di riprendere e coinvolgere il territorio nela sua dimensione allargata, quasi a voler dare una continuità ed omaggio ai grandi momenti storici del volley pugliese, dal ciclo Ugento con i loro dirigenti e di tutto il leccese, al presidente regionale di Lecce Indiveri, ai due cicli di Gioia del Colle e del suo presidente Gallo, a Antonio Antonaci ed al suo Molfetta, ai due cicli dell'imprenditore Vinella ed il suo Castellana, senza dimenticare i due cicli di Taranto di Bongiovanni e Zelatore insieme a Vito Primavera. Vorrei coinvolgere i grandi personaggi del volley nazionale pugliese, a cominciare dal vice presidente nazionale federale Manfredi all’avvocato della Superlega Fabio Fistetto, tarantino di nascita. E poi il duo Miccolis-Fanizza, esempio di pallavolo. Ma anche realtà nuove come Alessano, Ostuni, Foggia, Manfredonia».
Ha citato tre quarti di panchine “dipintiane”. Vuole celebrarsi?
«Voglio connettere presente, passato e futuro. Voglio dire che l'idea del nostro club è di non isolarci. Vogliamo organizzarci e mettere radici su tutto il territorio pugliese con l'aiuto di Taranto. Creare un’azienda aperta, in primis dei tarantini , ma la società dovrà saper collaborare con le migliori menti storiche e attuali dela Puglia del volley e conquistare l'intera regione sportiva ed imprenditoriale».
Ma se il piatto piangerà saranno lacrime nella pioggia. O no?
«Abbiamo già il budget. Il nostro direttore generale, Antonio Laforgia, non perderà di vista il bilancio. Io e lui faremo mercato per un buon campionato. Partendo da un tarantino come primo giocatore, poi dal palleggiatore e dall'opposto».
Nomi?
«Abbiamo fatto una prima lista, dopo i primi studi sulla prossima A2 e sul mercato. Cercare uomini veri in rapporto ai ruoli ed i loro rendimenti futuribili per una futura A1».
Sa bene che ci si aspetta un traghettamento veloce dalla A2 alla Superlega. La reputa una passeggiata?
«Ma no. Non è facile decifrare il futuro e le società ambiziose , viste le difficoltà economiche del Paese. Cuneo è molto attiva sul mercato. Se confermeranno l'ultimo campionato, in estate si parlerà di Siena, Bergamo, Castellana e Brescia».