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Un «Vegetale» in cerca
di un centro di gravità

 
Rovazzi nel film Il vegetale

Venerdì 19 Gennaio 2018, 21:09

IL VEGETALE di Gennaro Nunziante. Interpreti: Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Rosy Franzese, Paola Calliari, Alessio Giannone, Mark Grosy, Katia Mironova, Barbara D’Urso. Commedia, Italia, 2018. Durata: 90 minuti

di OSCAR IARUSSI

Se non sapete chi è Fabio Rovazzi probabilmente non azzeccherete il risultato delle prossime elezioni. Non perché il giovanotto sia in politica, ma perché è uno di quei volti assai popolari del «paese reale», soprattutto fra i giovani e i giovanissimi. È un pollone di Lambrate, germogliato sull’albero del rap/pop tricolore con il tormentone Andiamo a comandare che spopolò su YouTube e non solo. Tanto che l’anno scorso Gianni Morandi incise con lui il singolo Volare, subito in testa alle classifiche. Con i suoi baffetti un po’ chapliniani, è ora stato scelto dal «nostro» Gennaro Nunziante per Il vegetale, primo film da regista non in coppia con Checco Zalone dopo un poker di collaborazioni che ha fruttato al cinema italiano circa duecento milioni di euro in toto.

Novello Candido, sprovveduto e innocente, Rovazzi (come si chiama pure sullo schermo) non si arrende al male e alla malizia che lo assediano, accettando di buon grado – a dispetto di una laurea in Scienze della Comunicazione – di distribuire volantini pubblicitari porta a porta. Al citofono sono ben pochi quelli che gli aprono, ma lui non demorde e non si lascia convincere a gettarli nel cassonetto dall’amico con cui divide un misero appartamento, interpretato con efficacia dal barese Alessio Giannone, alias Pinuccio (cominciò da regista, poi star dei «social», inviato di Striscia la notizia, autore satirico e adesso interprete).

Le cose cambiano quando il padre di Rovazzi (Ninni Bruschetta), che dopo la morte della moglie si è allontanato dal figlio sino a non vederlo più ormai da alcuni anni, resta vittima di un incidente d’auto insieme alla sua nuova e giovane compagna dell’Europa orientale, dalla quale ha avuto una bimba. Fabio scopre così che il papà, geometra, ha fatto carriera e vive in uno stupefacente attico milanese frutto di certi suoi affari non proprio limpidi, come la speculazione edilizia su un terreno agricolo (una vena ecologista ricorre nella filmografia di Nunziante). Il giovanotto apprende altresì che il padre lo chiamava «il vegetale», sebbene ora sia il genitore a versare in uno stato comatoso.

Tutto cambia e Fabio si ritrova a gestire l’impresa paterna, presto in liquidazione per eccesso di onestà, e quindi a ritornare nell’azienda pubblicitaria che lo spedisce in un delizioso paesino del Centro Italia per uno strano «stage» fra migranti impegnati nella raccolta degli ortaggi e caporali neri (gusto del paradosso). Le riprese sono state realizzate in varie località della provincia di Rieti, con frequenti immagini aeree a scandire i passaggi narrativi, nella luce nitida dell’ottimo direttore della fotografia Fabio Zamarion. Il dualismo città-campagna è un altro tema caro a Nunziante, nella scia di Celentano, e qui in provincia entrano in scena una sorta di fattore-mentore di Rovazzi (Luca Zingaretti, sempre bravo) e una maestrina della quale il protagonista si innamora… Ma gioca un ruolo anche la sorellina viziata eppur fattiva, che resta con Fabio. Abbiamo detto abbastanza della trama, il resto lo scoprirete.

Il vegetale è una commedia pulita, ben scritta, con uno sguardo sull’attualità volutamente un po’ rétro, alcuni sapidi inserti dal mondo reale/irreale della Tv (Barbara D’Urso nel ruolo di se stessa) e il lieto fine lì ad attenderci. Co-produce e distribuisce la Disney.

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