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Quando il cinema serve a ricordare l’orrore della Shoah

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Quando il cinema serve a ricordare l’orrore della Shoah

Elena Sofia Ricci presta volto e voce a Giulia Spizzichino, l’ebrea romana segnata dallo sterminio nazista di 26 membri della sua famiglia tra le Fosse Ardeatine e Auschwitz

Mercoledì 29 Gennaio 2025, 01:08

«Dobbiamo tenere accesa la memoria. La farfalla impazzita non è solo un film storico, ma un film necessario per non dimenticare, un omaggio a tutte le vittime della Shoah e un monito affinché simili atrocità non si ripetano mai più». Elena Sofia Ricci presta volto e voce a Giulia Spizzichino, l’ebrea romana segnata dallo sterminio nazista di 26 membri della sua famiglia tra le Fosse Ardeatine e Auschwitz, che si è battuta per l’estradizione e la condanna di Erich Piriebke. Per onorare il Giorno della Memoria, Rai1 manda in onda stasera alle 21.30 in prima visione il film tv. La farfalla impazzita è una co-produzione 11 marzo film Rai-fiction, con protagonista una delle interpreti più apprezzate dal pubblico. Elena Sofia Ricci, già diretta da Kiko Rosati nella seconda stagione de Le indagini di Teresa Battaglia («torneremo con dei nuovi episodi» ha annunciato l’attrice, ne La farfalla impazzita, pellicola ispirata all’omonimo libro edito da Giuntina, è testimonianza di coraggio e ricerca di giustizia. Spizzichino era un’ebrea romana segnata dallo sterminio nazista della sua famiglia. Mezzo secolo più tardi, quando Erich Priebke, esecutore materiale della strage delle Fosse Ardeatine, fu rintracciato in Argentina, si è battuta per la sua estradizione e condanna, riaprendo le tante ferite del suo passato.

In Argentina Giulia trova inaspettatamente una sorellanza che le dà una forza che non pensava di avere: è quella delle Madri di Plaza de Mayo. Ricci ha aggiunto sul suo ruolo: «Ho letto il libro. Nelle interviste, oltre a cogliere le sue parole, ho colto il suo sguardo. Lei i morti di cui parlava, li vedeva. Fare qualcosa perché Priebke fosse estradato l’ha in qualche modo liberata».

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