L’anello che brilla sul grande schermo. Alla fine degli anni Novanta il giovane regista neozelandese Peter Jackson gira una trilogia cinematografica tratta dalla celebre saga Il Signore degli Anelli, dello scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien. Quando uscirono nelle sale, tra il 2001 e 2003, i tre film registrarono un successo senza precedenti, collezionando, tra l’altro, anche molti premi Oscar. È solo una delle conferme di quanto Il Signore degli Anelli e il suo spin off Lo Hobbit siano immensamente popolari sebbene a lungo relegati in quella che viene definita «letteratura di genere».
Il documentario «Tolkien. Il professore, l’anello e il tesoro», che va in onda oggi pomeriggio alle 19.25 su Rai 5, racconta non solo e non tanto l’opera, quanto l’uomo e l’intellettuale Tolkien, la sua formazione e la sua unicità nel panorama letterario mondiale. Attraverso lettere, scritti e interviste si scopre che il professor Tolkien era non solo un fine letterato e un filologo, ma anche uno specialista che, basandosi sulle sue profonde conoscenze linguistiche, aveva persino inventato una lingua artificiale, il quenya, nel quale era anche in grado di comporre versi e poemi.
La passione per le antiche lingue e mitologie ha alimentato la prodigiosa inventiva di John Ronald Reuel Tolkien, l’autore della trilogia Il signore degli anelli che ha fatto impazzire il mondo letterario. Egli ha costruito un mondo alternativo, romantico e feroce, abitato da creature bizzarre che onorano, nel bene e nel male, le leggi primordiali della vita.