«La Puglia è una regione che adoro, ogni anno devo necessariamente venirci e ho molti amici». E non è un caso, dopo questi endorsement, se Francesco Paolantoni, torni ancora in Puglia: stasera sarà ospite alla rassegna «Festivarts», alle 21 in piazza Nicola e Costa, a Castellana Grotte, per il terzo dialogo della manifestazione, insieme al sindaco Domi Ciliberti (ingresso libero). Dopo Diego Fusaro e Ornella Muti, tocca al celebre attore e comico napoletano, classe 1956 e una carriera ormai quarantennale, tra teatro, televisione, cinema e radio.
Paolantoni, in quale ambito lavorativo si trova più a suo agio?
«Un attore dovrebbe essere in grado di sentirsi tale in ogni linguaggio. Se dovessi scegliere direi che la mia casa è il teatro, ma mi diverto in qualsiasi dimensione».
Quando nasce la sua voglia di fare l’attore?
«Da bambino, da quando avevo 6 anni. Quando mi chiedevano: cosa vuoi fare da grande, rispondevo già “l’attore”. Mia sorella, più grande di età, mi portava al cinema. Amavo i film di Jerry Lewis. Poi in televisione ammiravo Totò ed Eduardo. A 19 anni ho frequentato una scuola di teatro. Non ho mai fatto altro in vita mia, e ho coronato il sogno d’infanzia».
Quanti bambini, secondo lei, hanno ancora questo sogno oggi?
«Credo pochi. Adesso i giovanissimi sognano solo di diventare famosi, che è una cosa ben diversa dal fare l’attore. Il messaggio che passa, purtroppo, è che per diventare famosi non si debba neanche studiare. Sono sufficienti i social, alla TikTok, o programmi televisivi come “Il Grande Fratello”. È un percorso preoccupante».
A teatro con cosa ha debuttato?
«Con “La locandiera” di Goldoni, interpretavo il giovane Fabrizio. Ho iniziato con il teatro cosiddetto serio, dove non mancavano Brecht e Beckett».
E il registro comico?
«Contemporaneamente frequentavo da attore anche spettacoli divertenti di autori napoletani. Questo mi ha forgiato. Il passaggio definitivo al comico è stato naturale: anche nei lavori più impegnati spesso mi divertivo con alcuni personaggi, che “trasformavo” nel dopo spettacolo».
Come dimenticare la sua «The School of the Art of De Lollis», diventata celebre anche grazie alla tv di «Indietro tutta», con Arbore?
«Quel programma è stato la prima svolta della mia carriera. Mi ritengo fortunato, perché Arbore aveva inventato tante novità in televisione, e ritrovarmi lì mi ha dato una spinta enorme».
Cosa la aspetta nei prossimi mesi?
«Girerò la fiction “Il santone 2” per Raiplay. Poi mi vedrete in “Tale e quale show” con Carlo Conti, in “Che tempo che fa” con Fabio Fazio sul canale Nove. Probabilmente si rifarà il varietà Rai «Stasera tutto è possibile», è in uscita un film in cui recito con Biagio Izzo e Paolo Conticini («Balcone a tre piazze», ndr) e poi riprenderò la commedia «O Tello, o…io», di cui sono regista e protagonista, che ho portato anche a Bari».