Con il primo consiglio comunale, il sindaco Bitetti ha cominciato il compito che gli elettori gli hanno affidato: guidare Taranto per i prossimi cinque anni. L’agire politico amministrativo ha i suoi tempi e le sue liturgie, ma Taranto non sarebbe Taranto se non ci fossero state bizzarrie fin da subito. La consigliera Bianca Boshnjaku ha lasciato il gruppo Pd, nelle cui fila è stata eletta, ed è passata nel gruppo Misto fedele alla maggioranza. Motivazione: gravi dissapori con il Partito Democratico. Come se la frattura di quattro mesi fa tra la consigliera Boshnjaku e il Pd jonico non fosse esistita. Tra la vittoria al ballottaggio del sindaco Bitetti e il primo consiglio comunale sono passati 45 giorni in cui è successo di tutto - tra crisi Ilva e un duplice omicidio alle Case Parcheggio - periodo sufficiente, però, per un simile strappo e insufficiente, evidentemente, per ricucirlo. Il rammendo del tempo di Quaresima questa volta non ha retto. La pratica quotidiana della politica, sovente, è distratta su concetti che implicano una analisi morale come giusto o sbagliato; si limita al si può fare o non si può fare. Se lasciare dopo 45 giorni il partito che ti ha candidata si può fare, semplicemente si fa. «Poi si pensa», come dicono i tarantini dall’alto del loro fatalismo millenario. Così come devono aver ben pensato tutti i consiglieri comunali di Taranto, eleggendo all’unanimità Gianni Liviano presidente del consiglio comunale e smentendo il trentaduesimo, famosissimo presidente degli Stati Uniti: Franklin Delano Roosevelt, che disse «Se tre persone pensano la stessa cosa, una di queste tre è superflua». A votare Gianni Liviano sono stati in 33 e nessuno di questi consensi può considerarsi inutile, anzi. Insomma, i cinque anni di Piero Bitetti sindaco di Taranto sono partiti così. Se fossi un commentatore di quelli alla moda, dovrei concludere con il pippone ruffiano dello speriamo di qua e speriamo di là, indicando le mie priorità mascherate da profonda (e ipocrita) elucubrazione. Come se dalle pagine di un giornale si potesse dettare l’agenda di una amministrazione. Deve governare chi è stato scelto dal corpo elettorale: così funziona. Chi scrive offre le sue impressioni dettate dall’intelligenza guidata dall’esperienza. Non guasta, in aggiunta, il ricordo di qualche buona lettura. Ne «L’uomo a una dimensione», Herbert Marcuse scrive: «La realizzazione elimina le premesse». Se il nuovo consiglio comunale di Taranto ha smentito Roosevelt, può smentire anche il filosofo berlinese. Le premesse del sindaco Bitetti sembrano buone, la loro realizzazione diventi il premio per Taranto.

Le scelte future siano un premio per Taranto
Domenica 27 Luglio 2025, 10:48