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Camera con vista sulla spiaggia salentina della bella Frigole

 
Luisa Ruggio

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Luisa Ruggio

Camera con vista  sulla  spiaggia salentina della bella Frigole

Se ne sta lì, nascosta dietro un ponticello e una stradina di sabbia bianca, con le finestre simili a quelle delle vecchie roulotte

Domenica 16 Luglio 2023, 12:28

La casetta se ne sta lì, nascosta dietro un ponticello e una stradina di sabbia bianca, con le finestre simili a quelle delle vecchie roulotte. Sembra potersi muovere, infatti, per salpare però, per prendere la via d’acqua del lago salato che la fiancheggia scintillando in uno spartito eseguito da un’orchestra di cicale e grilli. L’ho notata per caso, o mai per caso, sbagliando prodigiosamente strada, cercando una spiaggia libera e adriatica capace di restare imperturbata persino nei giorni di tramontanella dispettosa, quando il vento soffia e scuote cavalloni di spuma chiara e fa volare via i pochi ombrelloni di chi tenta un’impresa quasi impossibile scavando ancoraggi in riva al mare meno disposto a stirarsi le increspature di superficie e le correnti di profondità. La spiaggia in questione è protetta da due frangiflutti che ne abbracciano la liquida anima di oasi latte e menta, a ridosso di un’acquatina dove i bambini cercano le vie dei granchi e dei paguri, dove qualcuno sistema la sua canna da pesca facendo i nodi alla solitudine che dialoga con la luce.

A prima vista, amore. Per un cubo di pareti che sembrano uscite da una poesia di Bodini, un dado. E’ vero, tu non conosci il sud. Continueremo a ripetere questi versi per capirli fino in fondo nei momenti in cui ci sentiremo stranieri appena sbucati da un altrove per camminare in questa terra di confine che sembra aver esaurito le sorprese, ma solo per chi la attraversa con la pretesa ingenua e delirante di poterla mappare e conoscere fino in fondo, tutta quanta, senza escludere dettagli apparentemente insignificanti, minute meraviglie che sono postille a margine delle vite di chi qui ci abita tutto l’anno. Come i due eterni ragazzi che vivono nella casetta bianca con la sedia a dondolo e i vasi di menta e basilico all’ombra del canneto, avranno oltrepassato l’età della pensione da almeno vent’anni e hanno scelto di scappare dalla città per vivere a Frigole tutto l’anno.

La loro casa dalle porte sempre aperte mi ha lasciato bussare con tre piccoli toc toc, come nelle fiabe, mi ha dato foglie di basilico da assaggiare con la punta della lingua prima di una lunga nuotata sotto un sole abbacinante e un dialogo di poche parole e sguardi dritti sotto sorrisi prima timidi e poi vasti quanto l’incantevole paesaggio tutt’intorno. Ho sempre sognato di avvistare una casa così. La casa di una fata, di una strega, di nessuno, di due persone libere, due salentini qualunque, due nonni sconosciuti, due sognatori.

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