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Quel provincialismo del campanile chiamato a non creare ponti

 
Mariateresa Cascino

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Mariateresa Cascino

Quel provincialismo del campanile chiamato a non creare ponti

Il campanile della Cattedrale di Matera

La municipalità localistica ci priva di sentimenti nobili, tranne quando si è minacciati dal globalismo omologante

Domenica 19 Marzo 2023, 14:07

Grande quanto il parco di Yellowstone, popolata da cinquecentomila abitanti sparsi nei paesini che la puntellano, laboriosa e bisticciosa come un tremendo vulcano ardente: è la nostra Basilicata, terra di luce e di ombre, impossibile da non amare.

I traguardi raggiunti portano alla mente le grandi virtù di un luogo del Sud baciato dal sole, condannato però da limiti strutturali che, per dirla con Piero Angela, «manca di un’intelligenza di sistema», come del resto gran parte del vecchio stivale.
Guardando il campanile della cattedrale di Matera sembra essere scritto nel cielo e nelle stelle che la Basilicata, con le sue provincie di Potenza e Matera, abbia nella sua carta astrale pianeti e case in isolamento volontario.

Non è un caso che la litigiosità, il provincialismo, e soprattutto la difficoltà di creare insieme grandi progetti organizzati intorno a filosofie incentrate sul futuro, rendano la cooperazione e la collaborazione tra lucani provenienti dai quattro punti cardinali, un’impresa titanica.

Centro del mondo, visione ombelicale, campanile formato grattacielo, l’impressione è che la materanità e la potentinità, insieme alla metapontinità e alla venosità, con tutte le altre belle compagnie di paesi abbarbicati sui pendii o sdraiati su una spiaggia, siano le identità natali pericolose se esaltate come virtù.

Ostilità preconcetta verso paesi e costumi diversi, divisioni socio culturali, ideologiche, economiche e sportive, tutta questa municipalità localistica ci priva di sentimenti nobili, tranne quando si è minacciati dal globalismo omologante. Parafrasando Arthur Rimbaut, dovremmo invece ricordarci di «stendere corde da campanile a campanile; ghirlande da finestra a finestra; catene d’oro da stella a stella», per creare ponti solidi e lunghi, senza abbandonarsi ai litigi e ai troppi pettegolezzi di paese.

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